Hai voglia di fare una gita in un borgo inaspettato nella zona del Vulture?
Ecco una mini guida per partire alla scoperta di Sant’Ilario: con spunti interessanti su cosa fare e cosa vedere in questo paesino incantato!
Non troppo distante da Potenza, a poco più di una decina di chilometri da Atella, Sant’Ilario è un borgo antico, dalle case in pietra, aggrappato a un colle a quasi 900 metri sul livello del mare. Le stradine in salita, piastrellate e ingentilite da decorazioni floreali che si sviluppano ovunque, conducono in un paese piccolo ma in grado di rubare il cuore anche ai viandanti più esigenti.
La sua suggestione è ricamata da secoli di storia e dall’arte contemporanea (ma dal respiro ancestrale) che vivifica il paese in maniera dirompente, svegliandolo dal torpore del declino demografico. Secondo una leggenda, il nome del borgo si deve a Sant’Ilario da Poitiers, santo e vescovo d’origine francese, che avrebbe sostato in questi luoghi nel corso del suo viaggio verso la Terra Santa: un dettaglio che sembra voler sottolineare la magia millenaria di questo paese immerso nella natura.
Noi di Wayglo consigliamo decisamente una visita a Sant’Ilario. Nonostante le modeste dimensioni, infatti, c’è molto da fare e ampio è il ventaglio di emozioni che potrete provare. Particolarmente raccomandata, poi, è una gita per le scolaresche: da questo piccolo viaggio, i più giovani (ma non solo) torneranno più allegri, arricchiti e consapevoli della propria storia e – dettaglio non da poco – affascinati dalla straordinaria bellezza e dalla capacità di rigenerarsi del territorio lucano.
Ecco, 5 (+1) cose da fare e da vedere assolutamente a Sant’Ilario:
- Visitare il Museo dell’Arte Arundiana
- Conoscere “Ilarione”, l’albero secolare
- Incontrare la Monna Lisa arundiana
- Ammirare le case di pietra del borgo
- Assistere al ritorno alla vita di Siringa, il 10 agosto
- Ammirare nei dintorni i boschi e le sorgenti
Ultimo consiglio Wayglo: quando ci andrete, organizzate al meglio la vostra visita chiedendo informazioni all‘artista Franco Zaccagnino, “mago” e mattatore del borgo, scrivendo una mail a arundarte@libero.it: potresti ritrovarvi anche a dar vita a un gioco di strada a metà tra gli scacchi, le carte e un gioco di ruolo con regine da riscattare, rapite da un gruppo di briganti: le sorprese non mancheranno di certo. E saranno incantevoli.
Visitare il Museo dell’Arte Arundiana
La visita al Museo dell’Arte Arundiana che espone le opere del maestro Franco Zaccagnino è una festa degli occhi e dell’immaginazione. Tutto intorno a noi è liberamente ispirato dalla magia e dalle perfette proporzioni delle canne mediterranee, l’arundo onis che cresce nei dintorni di Sant’Ilario. Attraverso due diversi percorsi, uno culturale e l’altro prettamente artistico, si compiono viaggi seducenti nelle tradizioni locali e nella fantasia dell’artista innestata sugli elementi naturali e sulla loro forza che ci travolgono con un impeto e una passione sorprendenti.
Conoscere “Ilarione”, l’albero secolare
Gli alberi portano sempre con sé qualcosa di magico e di arcano di cui riescono a investire anche le menti e gli spiriti di quanti li osservano. Questo potere arboreo si fa più intenso con gli alberi secolari, come “Ilarione”, chiamato così dagli studenti di una delle classi dell’artista e docente Franco Zaccagnino. Sarebbe sufficiente forse questo dettaglio per apprezzare questo frassino mediterraneo e per volersi recare in visita al cospetto di questo vegliardo “padre”. Eppure, Ilarione non smette di sorprenderci e lo fa raccontandoci, a viva voce, la sua storia a partire da quella volta che il ciabattino Michele Gallicchio, oltre 100 anni fa, piantò un seme…
Incontrare la Monna Lisa arundiana
Sant’Ilario – lo abbiamo, a questo punto ormai compreso – è un borgo magico dove tutto ciò che appare è solo l’ombra di ciò che è davvero. A poca distanza dal patriarca Ilarione, si trova una piccola casetta bianca. Qui, abita Monna Lisa arundiana. Questa dama si presenta ai visitatori in tutta la sua gioiosa avvenenza ma non prima di aver creato un po’ di suspense. Il Consiglio Wayglo: per poter vivere questa straordinaria avventura (e quella dell’albero Ilarione) è opportuno concordare i dettagli della propria visita inviando una mail a arundarte@libero.it.
Ammirare le case di pietra
Sant’Ilario è un paese antico e la sua storia si respira a pieni polmoni girovagando per le stradine arricciate in salita verso la roccaforte ubicata nella parte più alta del borgo. Le casette mostrano decorazioni floreali che ingentiliscono il già gradevole paesaggio ed è bello passeggiare tra le sue viuzze lasciandosi cogliere dal desiderio di contemplazione e dalla voglia di scambiare due chiacchiere con le persone che si attardano sull’uscio di casa.
Assistere alla rinascita di Siringa, la donna – canna
Il 10 agosto, riprende vita Siringa, la donna – canna. Cantata da Ovidio ne “le Metamorfosi”, questa ninfa fu trasformata in canna per difendersi dal lussurioso dio Pan, e rinasce a Sant’Ilario dall’Arcadia, suo luogo di origine. In una serata che è puro spettacolo e suggestione, Siringa rivive a partire da una scultura realizzata dall’artista Franco Zaccagnino esposta nel museo dell’Arte Arundiana per accompagnarci in un percorso onirico e fantasioso alla scoperta delle meraviglie del borgo.
Passeggiare nei dintorni tra boschi e sorgenti
Non meno interessanti sono i dintorni di Sant’Ilario. La natura è fresca e dirompente tra boschi lussureggianti e le sorgenti fantasiose da cui si originano le frizzanti cascate del fiume Arvivo. Da non perdere.