C’è molta magia a Marsicovetere, borgo in altura nell’Alta Val d’Agri. Il merito è degli scenari straordinari in cui è immerso ma anche della sua storia, molto antica.
Ogni epoca ha lasciato tracce indelebili che accrescono il fascino di Marsicovetere. Echi medievali, ad esempio, si affacciano dalla sua planimetria e risuonano tra le stradine. Ma c’è un altro periodo storico che qui si afferma con forza e che ci restituisce la seduzione di un periodo in cui ferocia e voglia di riscatto si mescolavano spesso in egual misura: il brigantaggio.
In pochi altri posti, infatti, è possibile visitare grotte a ridosso delle case usate come rifugio dai briganti per nascondersi. Qui si può.
Per farlo, basta concordare una visita con la presidente dell’associazione locale A.L.B.A, Isabella Briglia (isabella.briglia@libero.it o +39 338 120 41 71).. In un attimo, varcando un portone (privato) ci si ritroverà in un altro tempo tra i giorni concitati della seconda metà del 1800 quando infuriava il brigantaggio. I briganti entravano da qui per poi infilarsi in un tunnel scavato nella roccia (oggi murato) che permetteva di arrivare fino alla fine del paese. E scappare. Questo spazio è ancora visibile. E sembra di essere testimoni della storia.
Un’altra delle attrazioni di Marsicovetere (tra cui spicca anche La Casa di Dorina) è il piccolo Museo Arkeos, in cui si segue un percorso didattico che racconta la vita quotidiana dalla preistoria all’epoca romana. Qui, infatti, si riportano a galla giochi dell’età antica in laboratori dedicati soprattutto a bambini e ragazzi delle scuole in cui la storia non s’impara a memoria ma si “rivive”.
La meraviglia di giardini nobiliari di inizio novecento ci aspetta, poi, a Palazzo Piccininni, un tempo residenza dei Caracciolo, affascinante con il portale blasonato e il loggiato. Grazie alla concessione della famiglia proprietaria, il palazzo è ammirabile dall’esterno.
Infine, dopo aver fatto una piccola escursione alle rovine del Monastero di Santa Maria di Costantinopoli, con i resti del chiostro, di alcune delle ali del convento e dell’edificio sacro, l’ultima tappa della meraviglia a Marsicovetere è dedicata alla sorgente Covone, purissima acqua oligominerale utilizzata dagli abitanti della valle. Qui è ancora visibile l’antico lavatoio dove le donne si riunivano per lavare i panni. La vista è così appagante che viene voglia di sedersi qui, tra i tavoli e le panche dell’aria attrezzata a riflettere o a parlare con chi amiamo.
Se, invece, la voglia è quella di sedersi a una tavola accogliente e familiare, si può andare a mangiare al Giardino degli ulivi, una struttura che apre solo su prenotazione e offre gustosi piatti tipici in cui sarete accolti con lo stesso calore di casa…