Lauria e Acerenza. Sono i due luoghi magici della Basilicata in cui per la Festa dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre, rivive la tradizione popolare dei falò.
A Lauria, paese disteso nel parco nazionale dell’Appenino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, l’appuntamento è davanti alla chiesa dell’Immacolata. Nei pressi, l’odore del fumo è acre, ma nel freddo dell’inverno il calore che sale dal fuoco in lontananza è piacevole. La catasta di legna da cui proviene deve essere molto grande. S’intuisce dal crepitio intenso delle fiamme. Poi, svoltato un angolo, ecco il grande falò che arde.
La comunità cittadina è tutta in strada. La musica delle zampogne, a volte, risuona splendidamente. La sensazione è quella di una ricorrenza intima, come se ognuno si trovasse a festeggiare nella cucina della propria casa. I volti degli astanti sono arrossati dal freddo, ma altri – soprattutto quelli dei bambini – sono paonazzi per la meraviglia e per essere rimasti troppo a lungo davanti al fuoco. C’è stupore nei loro occhi, ma anche un’insolita fierezza.
Oggi, infatti, sono loro i protagonisti. “I grandi” non avrebbero potuto fare nulla senza il loro aiuto. Oggi, dopotutto, si celebra l’Immacolata concezione, il primo passo verso il Natale, la festa di Gesù. Di Gesù Bambino.
Non è quindi un caso, se fin dalle prime ore del giorno, siano stati propri i più giovani a occuparsi di trovare la legna per alimentare il falò. L’altezza della catasta, la capacità di bruciare a lungo… Tutto questo è dipeso unicamente dal loro lavoro.
Anche ad Acerenza, il borgo nobile e antichissimo in provincia di Potenza che potrebbe ricordare la tolkeniana Minas Tirith, si celebra, oggi, il medesimo rito. Ma con una differenza: qui, piccoli falò ardono in ogni strada, quasi davanti a ogni casa. Il più grande e suggestivo si trova di fronte alla splendida cattedrale, scrigno di bellezza e misteri antichi e mai svelati. Per tutto questo, però, ci sarà tempo. Ora nella bellissima chiesa fervono solo i preparativi per il presepe. Il Natale è a un passo.