La grande Abbazia di San Michele Arcangelo, che domina il centro di Montescaglioso (Matera) e una vasta regione della valle del Bradano, è uno dei più importanti monumenti storici del Medioevo lucano.
l piano superiore del complesso, articolato attorno ad un elegante chiostro colonnato, si trova uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi della regione: la biblioteca dell’Abate. Qui, tra il primo e il secondo quarto del ‘600, l’abate fece affrescare le pareti al di sopra delle scaffalature, secondo un complesso e articolato sottotesto che mette in mostra, a un osservatore altrettanto dotto, una profonda conoscenza non solo della dottrina della fede, ma anche delle lingue antiche, della filosofia e delle tecniche alchemiche.
A partire da un ovale con al centro un verso del Primo Salmo di Davide in lingua ebraica, si dipana un complesso percorso fatto di simmetrie, sequenze e corrispondenze all’apparenza casuali, alternando le figure dei dottori della chiesa a simboli alchemici, filosofi greci a divinità egizie e prosopopee delle virtù, spesso corredate da scritte in latino che si prestano ad ambigue interpretazioni.
La figura dell’Arcangelo titolare dell’Abbazia, ad esempio, è connessa tramite una precisa triangolazione a quelle di Pitagora e Arpocrate, dio egizio del silenzio (piuttosto calzante in una biblioteca), ma anche allo spazio esterno attraverso il finestrone centrale. Se ne possono cogliere allusioni al sapere e al silenzio (piuttosto calzanti in una biblioteca), ma anche alla potestà del ricco Cenobio benedettino sui vasti terreni circostanti.