La Settimana santa, in Basilicata, è costellata da riti e sacre rappresentazioni spesso molto antichi, che ripropongono il tema del Calvario di Gesù, in alcuni dei borghi più suggestivi della regione, principalmente nella zona del Vulture-Melfese.
Il rituale più antico è quello di Barile (Potenza), nel quale all’elemento sacro si affianca la figura profana della Zingara, che secondo la tradizione fornì i chiodi per la crocifissione. Ricoperta di oro, attraversa le vie del borgo arbereshe con uno sguardo altezzoso, che sembra quasi sfidare il messia durante la Via Crucis, nel Venerdì santo.
Particolarmente emozionante, a Rapolla (Potenza), è la rappresentazione della Crocifissione portata in scena, il Martedì santo, nel parco urbano delle cantine-grotta.
Il Giovedì santo, ad Atella (Potenza), la Via Crucis fa rivivere le tre cadute di Gesù e gli incontri con la Madonna, con la Samaritana che gli offre da bere, e con la Veronica, che gli asciuga il viso. Fra i presenti, inoltre, viene scelto il “Cireneo”, che aiutò Cristo a portare la croce.
A Venosa (Potenza), invece, le fasi più salienti dell’ascesa al Calvario, che riprendono alcuni dialoghi del “Gesù di Nazareth” di Zeffirelli, si concludono, il Venerdì santo, con la Resurrezione davanti al castello Pirro del Balzo.
La villa comunale diventa l’Orto degli Ulivi, il luogo dove Gesù si ritirò per le Scritture dopo l’Ultima cena e fu poi catturato nel Venerdì santo di Maschito (Potenza). Anche in questo caso, le origini arbereshe integrano nella rappresentazione elementi profani come i “mori”.
Tutte le fasi della Settimana santa, vengono ripercorse a Rionero in Vulture (Potenza) nel suo ultimo giorno, il Sabato santo: la vicenda umane di Gesù partono dalla Domenica delle Palme, passando per l’ingresso in Gerusalemme, fino alla Crocifissione.
In provincia di Matera, invece, va annoverata la Processione dei Misteri di Montescaglioso, nella quale, il Venerdì santo, sfilano le statue anziché i figuranti, portate a spalla dai fedeli che, rievocando simbolicamente il percorso di dolore, umiliazione e amarezza vissuto dal Cristo, procedono con un’andatura estremamente lenta e cadenzata.
Le vicende bibliche universali, insomma, in Basilicata rivivono – di anno in anno – con una fede estremamente intensa e un forte senso di appartenenza delle comunità locali, che si ritrovano attivamente coinvolte in rievocazioni che, spesso, impegnano oltre cento persone soltanto come figuranti e richiamano pubblico da tutta Italia.