Che il Pastificio Raguso abbia una storia recente (decennale) lo si può intuire dal packaging dei prodotti, modernissimo, dai colori pastello e dal font spiritoso, quando si dice che anche l’occhio vuole la sua parte. Ma cosa contengono queste confezioni graficamente impeccabili? Ovviamente pasta, disponibile in diversi formati, la cosiddetta “Raguso, buona anche senza sugo”.
Il pastificio ha sede a Genzano di Lucania, un comune potentino ai confini con la Puglia, ed è guidato da un team di sette uomini di età differente, tra cui i fondatori Antonio e Mirko Raguso.
Antonio e Mirko hanno le idee chiare, l’obiettivo da raggiungere è tendere a zero, ovvero ridurre il più possibile l’impronta carbonica di ogni singolo pacco di pasta. Difatti il termine che meglio inquadra quest’azienda è “circolarità”. Il primo merito di questo pastificio è l’impegno a utilizzare sempre e solo i propri grani. Ci si prende meticolosamente cura di ogni seme, che viene sparso e coltivato su terre che appartengono alla famiglia Raguso, e si segue il suo processo di crescita fino a ritrovarsi di fronte ad un’immensa distesa di oro giallo.
Come afferma il ceo-founder Mirko Raguso, “Dal seme nasce il grano, dal processo ha origine la qualità” quindi alla raccolta del cereale seguono tutte le altri fasi: la macinazione — eseguita in loco secondo tecniche artigianali — la trafilatura a bronzo e l’essicazione naturale e lenta che preserva le proprietà organolettiche del prodotto. Raguso è noto per la sua trasparenza; la certificazione “Residuo Zero” garantisce al cliente che l’azienda preferisceprocessi agroalimentari sostenibili e limita l’uso di fitofarmaci non naturali.
Entriamo nel dettaglio, la “circolarità” in Raguso si può intendere come riutilizzo intelligente e creativo: gli scarti e i sottoprodotti, dalle stoppie alla paglia, si trasformano in mangime per i bovini e in biomassa per la produzione di biogas; gli escrementi animali sono un concime naturale perfetto per le terre di famiglia e il materiale legnoso, derivante dalla potatura, diventa pellet. Ogni confezione si realizza ricorrendo esclusivamente alla carta riciclata.
E se è vero che a questo pastificio lucano la sostenibilità ambientale sta a cuore, non è da meno quella sociale. Difatti Raguso tiene al rapporto umano con ogni attore della filiera non venendo mai meno alle sue responsabilità, dalla remunerazione più giusta all’intento di creare un ambiente in cui il lavoro lo si svolga con serenità e passione.
Sullo shop sono disponibili bauli e valigette ideali per chi ha voglia di assaggiare ogni formato di pasta ― calamarata, cavatelli, fusilli, linguine, orecchiette, paccheri, trofie e tanto altro. Portare in tavola le paste Raguso significa cibarsi in compagnia di un prodotto che strizza l’occhio al benessere di ciò che ci circonda, ovvero l’ambiente che ci ospita.
(Grazia Valeria Ruggiero)