Albano di Lucania osserva la natura intorno dallo sperone roccioso su cui sorge, a quasi 900 metri di altitudine. Da lassù, nello scenario tagliante delle Dolomiti Lucane, il borgo osserva da secoli molte delle cose che accadono. E le custodisce.
Ci sono echi di maghi e magiare, ad Albano e, la sera, quando la luce del tramonto allarga gli orizzonti, sembrano aprirsi varchi verso dimensioni incantate. Per raggiungere una di queste è sufficiente mettersi in cammino, magari durante l’equinozio di primavera, lungo il “sentiero rituale”.
S’imbocca dalla curva del Monticello. E si prosegue in uno spazio relativamente breve. Ma che permette di coprire intere ere.
Sulla via, si notano alcune coppie di vasche scavate nella pietra. Sono dette “Palmenti”. Erano usate in epoche antichissime per raccogliere l’acqua piovana. E servivano per purificarsi e fare delle abluzioni allo scopo di arrivare mondi a celebrare un rito.
La luce delle stelle si specchiava nel liquido raccolto nelle vasche e lo potenziava con bagliori d’infinito. Poi, si poteva raggiungere l’area sacra con la Rocca del Cappello.
La Rocca del Cappello è un monolite colossale di oltre 10 metri. Le sue fattezze sembrano quasi umane. Sulla sommità, su un masso a forma di copricapo, è inciso un cerchio con due brevi scanalature. È posto a sud-est.
In epoca preistorica i gruppi umani si raccoglievano qui, intorno a questa roccia. Probabilmente era considerato un totem e aveva una funzione apotropaica.
Poi, il tempo è passato, ma la divinità di questo monolite è rimasta intatta presso le popolazioni locali adattandosi a culti di derivazione egiziana, legati agli astri e, in particolare al culto della dea Iside, portatrice di compassione e speranza.
Davanti a questa roccia viene voglia di fermarsi. E di mettersi in ascolto. Sembra davvero che, a tratti, dalle pietre provenga come un’antica sinfonia, fatta di riflessi di voci dei nostri avi. Come su una torre di Babele al contrario, diverse lingue sconosciute si mescolano tra loro per riunirsi in un’unica lingua madre, viva e presente, e compresa da tutti noi.
Qui, ad Albano di Lucania.