Un tour attraverso i paesi fantasma della Lucania: alcuni spopolati in seguito a frane, altri per terremoti o assedi, questi borghi inanimati conservano un fascino unico, in cui il tempo sembra essersi fermato al momento del loro abbandono.
Dagli anni ‘50 a oggi, Craco vecchia ha ospitato molti set cinematografici. Il paese fu abbandonato negli anni ‘60 in seguito ad importanti smottamenti. Situato nel mezzo dei calanchi, con un profilo unico, visibile in un raggio di molti chilometri, è visitabile in sicurezza con guide specializzate. È certamente il borgo fantasma più famoso della regione.
Abbandonato in parte dopo il sisma del 1857, e definitivamente dopo quello del 1980, il borgo di Alianello sorge non lontano da Aliano, poco più in alto della sponda nord del fiume Agri. Il paesaggio desertico che lo circonda conferisce a questo luogo un fascino lunare.
L’ambizioso progetto del conte Teodoro Rendina franò alle fine del 1800 insieme al fragile terreno su cui era costruita Campomaggiore vecchia, situata sulla valle del Basento, di fronte alle Dolomiti Lucane e nota anche come “città dell’utopia”. Ogni abitazione aveva il suo appezzamento di terra oltre ad altri accorgimenti finalizzati a non far conoscere la povertà ai suoi abitanti.
L’affascinante borgo vecchio di Brienza, arroccato sotto il castello Caracciolo per contenere le frequenti incursioni nemiche, si trova sul versante opposto rispetto al paese nuovo, in una posizione “difensiva” sulla ripida costa che scende fino al torrente Melandro. Il sisma del 1857 decretò la rovina del borgo antico.
A pochi chilometri da Venosa sorge il borgo abbandonato di Sanzanello. Le origini antichissime di questo luogo sono svelate da ritrovamenti di età romana, sui cui resti, in epoca medioevale, è sorto un villaggio rurale, crocevia di numerosi tratturi e sentieri nel corso dei secoli, tra cui la via Appia antica.
Grazie alla sua posizione vertiginosa, Romagnano al Monte è probabilmente il paese fantasma più suggestivo tra quelli menzionati. Ricadente in territorio campano, è detto anche “il balcone sulla Lucania”, perché sorge su uno sperone roccioso a strapiombo sulla gola del fiume Platano, confine naturale tra le due regioni. Il paese è stato abbandonato a seguito degli ingenti danni subiti nel terremoto del 1980.