Negli anni ‘50 del secolo scorso, Matera fu uno straordinario laboratorio urbanistico, il cui obiettivo era realizzare una nuova città a misura dei cittadini sfollati dagli antichi e malsani Sassi. In particolare, alla progettazione del rione “Spine Bianche” parteciparono, sotto la direzione di Carlo Aymonino, giovani e brillanti architetti tra cui Giancarlo De Carlo, cui si deve il lungo edificio che fiancheggia la piazza del quartiere. De Carlo intervistò a lungo i cittadini materani per conoscerne le esigenze e plasmare la sua “Casa di Matera” su di esse, anche a costo di smarcarsi dalle rigide regole dell’architettura “moderna” della scuola di Le Corbusier.
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