Federico di Hohenstaufen, personaggio poliedrico e affascinante, era noto come Stupor Mundi per via della sua grandissima curiosità intellettuale. Ha amato moltissimo la Basilicata, nella quale ha lasciato tracce del suo passaggio, rinvenibili non solo nelle straordinarie architetture legate alla sua vita, ma anche in una lunga serie di miti e leggende popolari.
L’area del Vulture in particolare, ha costituito per lui un paradiso naturalistico, luogo ideale per l’arte della falconeria, a cui dedicò il trattato “De arte venandi cum avibus”.
Il Castello di Lagopesole è il luogo federiciano per eccellenza: la posizione suggestiva su un rilievo immerso in un territorio rigoglioso, lo ha reso luogo prediletto per l’esercizio dell’arte venatoria. Il maniero preesistente fu ampliato nel 1242 e trasformato per volere di Federico in Domus e residenza di caccia, con l’aggiunta di un secondo cortile e di una torre per ogni lato fortificato. L’insolita presenza del donjon (un torrione quadrato) nel cortile minore conferma la preesistenza del castello a scopi militari. Ad oggi il castello non ha subito rimaneggiamenti rispetto al progetto originario di Federico II, diventando il secondo maniero federiciano più importante dell’Italia meridionale peninsulare dopo Castel del Monte.
Ma, se Federico amava cacciare a Lagopesole, prediligeva pernottare al Castello di Melfi, che fu teatro di importantissimi avvenimenti tra cui l’emanazione, nel 1231, delle Constitutiones, primo esempio medievale di regolamentazione della vita economica e sociale, con aspetti che – a ragione – possono definirsi moderni, come la difesa della donna. Federico utilizzò il castello anche come tesoreria regia e deposito delle riscossioni effettuate in Basilicata. Il maniero, che domina l’abitato della bella cittadina di Melfi, è composto da dieci torri di cui sette rettangolari e tre pentagonali.
Ma il capolavoro lucano federiciano è l’affresco di Melfi nella chiesa rupestre di Santa Margherita.
Il viaggio nell’eredità di Federico II porta a Venosa, uno dei Borghi più belli d’Italia. Questa splendida cittadina diede i natali non solo al celebre poeta Orazio, ma anche (molto probabilmente) a Manfredi, figlio prediletto dello Stupor Mundi e di Bianca Lancia. Venosa fu città demaniale, status che consentì di conservare numerosi privilegi anche nel primo periodo di dominazione angioina, seguito alla morte di Federico nel 1250. È davvero incredibile la concentrazione di architetture religiose e civili che nei secoli hanno adornato questo autentico gioiello: dal Complesso della Santissima Trinità con la chiesa Incompiuta, al Castello Aragonese.
Nella sua volontà di ricomporre lo Stato, lo Stupor Mundi attuò una grande opera di ricostruzione del demanio, rinforzando le città, i castelli ed i casali. Proprio i Castelli sono il più importante lascito che Federico II ha donato alla Basilicata.