A Potenza, nei pressi di via Pretoria, c’è un varco attraverso il quale è possibile attraversare secoli di storia, “parlare” in latino con i cittadini dell’antica Potentia, ammutolire davanti alle forme di culto per la fascinosa Dea Mefite e ascoltare racconti in lingua osca di giovani donne o di impavidi guerrieri.
Accade in uno spazio molto preciso, al civico 11 di via Andrea Serrao: all’interno di palazzo Loffredo, sede del museo archeologico nazionale “Dinu Adamesteanu”. Qui, è raccontata la storia lucana attraverso i risultati delle ricerche condotte nella Basilica centrosettentrionale.
Appena varcato l’ingresso ci si fa assorbire dalla personalità, dalla figura e dagli studi di Dinu Adamesteanu, fondatore della rete dei musei in Basilicata, l’uomo di origine romena a cui è dedicato questo posto straordinario. E non è un caso poiché Adamesteanu è colui il quale ha fatto in modo che questa regione apparisse non più come una “terra oscura” ma, piuttosto, come un territorio pieno di fascino e di valore, “un caso” e un crocevia di culture da studiare approfonditamente.
Al primo piano, si parte- infatti – con le mostre “Dinu Adamesteanu, l’uomo e l’archeologo. Dalla Dobrugia sul Mar Nero alla Siritide sullo Jonio” e “Invito a casa del principe. Archeologia a Tito, Torre di Satriano”.
Al secondo piano, invece, si prosegue con la definizione dei contesti e dei materiali ritrovati nella Basilicata centro-settentrionale.
Ceramiche del VI sec. a.C. testimoniano la diffusione dei culti greci e, soprattutto, di quello di Eracle anche in Basilicata, mentre elmi e spade coeve, appartenute ad illustri guerrieri sepolti nella necropoli di Braida di Vaglio, ci raccontano di battaglie e coraggio, valore e virtù cavalleresca. Tra gli oggetti più toccanti, i monili appartenuti a una giovanissima ragazza del V sec. a.C.: sono pendagli d’ambra, una pietra rarissima all’epoca, proveniente dai paesi dell’Est Europa. Un vezzo donato a una fanciulla, poco più che bambina, nell’antica città di Vaglio perché potesse ornarsene almeno nell’Al di là.
Ma le meraviglie del museo archeologico di Potenza non si esauriscono qui: importanti sono anche gli ex-voto dei Lucani trovati nel santuario di Rossano di Vaglio, in onore della dea Mefite. Perle di storia e di cultura assolutamente da non perdere.
Una piccola precisazione di Wayglo: Palazzo Loffredo è uno degli edifici storici più importanti di Potenza, a lungo dimora dei conti della città, costruito dai De Guevara tra la fine del 1400 e il 1500. È una delle poche residenze nobiliari del capoluogo ed è, già da solo, un luogo magnifico da visitare.
Caldamente consigliato.
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