La Lucania, terra storicamente silenziosa per la scarsa antropizzazione e per la riservatezza dei suoi abitanti, risuona di musica attraverso strumenti musicali dalle origini molto antiche. Il loro uso è spesso legato al mondo della pastorizia, dei riti sacri o delle feste popolari, e molti di essi si ritrovano nelle tradizioni popolari di diverse comunità.
Il legame tra Viggiano e l’Arpa si sviluppa tra il `700 e la fine dell`800, quando numerosi musicanti viggianesi portarono la musica popolare in giro per il mondo usando quella che in dialetto veniva chiamata l’arpicedda. La conoscenza dello strumento non era accademica ma frutto di saperi tramandati di padre in figlio, e che diffuse tra i suonatori viggianesi una sensibilità musicale basata più sull’orecchio che sullo studio tradizionale. La piccola arpa portativa era comoda da tenere con sé. Frutto di complessi lavori artigianali, ognuno di questi strumenti costituiva un pezzo unico. Tuttora è possibile trovare le testimonianze legate all’arpa ammirando i tanti bassorilievi lungo le vie del paese, o durante la rassegna dell’arpa viggianese, che si tiene ogni anno in estate.
La Sagra del campanaccio a San Mauro Forte si svolge ogni anno dal 15 al 19 gennaio, in onore di Sant’Antonio Abate. Le vie del paese si affollano di donne, uomini e bambini divisi in squadre, che suonano i campanacci tenendoli tra le gambe. Questi possono essere maschi (bocca stretta e batacchio sporgente) o femmine (bocca larga). La simbologia, carica di allegorie legate anche al periodo carnevalesco, contiene specifici riferimenti sessuali e riporta alle funzioni propiziatorie per la fecondità dei campi o per allontanare i malanni. Dopo aver fatto tre giri intorno alla chiesa di San Rocco, in cui è custodita la statua di Sant’Antonio Abate, il corteo continua la propria marcia ritmica e ipnotica fino a fermarsi nelle cantine disseminate lungo il percorso, in cui vengono offerti cibo tradizionale e buon vino paesano fino a notte fonda.
Le origini della Zampogna risalgono all’epoca classica. Questo bizzarro strumento è sopravvissuto nei millenni fino ai giorni nostri, sviluppando diversi nomi e caratteristiche a seconda delle zone di utilizzo. Legato alla pastorizia, sia per i materiali utilizzati (legno, pelle di capra) che per la sua funzione di scandire il tempo durante le transumanze, la Zampogna, accompagnata da altri strumenti come la Ciaramella, il Cupa Cupa e il Tamburello, è ancora largamente utilizzata durante le feste popolari (riti religiosi, sagre, carnevale), all’interno di un vasto areale del territorio lucano, che comprende sicuramente il Pollino e la val d’Agri. Infatti proprio a Terranova di Pollino e a San Costantino Albanese si trovano le ultime botteghe in cui gli artigiani portano avanti una preziosa abilità tramandata di generazione in generazione.