Alziamo la testa e osserviamo il cielo per ammirare gli arabeschi dei voli degli uccelli. In Basilicata si fa da secoli. Non a caso, qui Federico II trasse ispirazione per i suoi studi sull’avifauna. Dopotutto, la Lucania è la terra dei nibbi: in questa regione, infatti, nidifica quasi la metà delle coppie presenti nel nostro Paese.
L’itinerario sulle ali dei rapaci attraversa la regione da ovest a est e c’investe di una magia inesprimibile. Quasi ovunque è possibile imbattersi nel volo di un rapace. Il consiglio è di dotarsi di un piccolo binocolo: le emozioni resteranno impresse senza bisogno di macchina fotografica.
La prima tappa è l’antica Grumento Nova, arroccata a 800 metri sul livello del mare, nel cuore della Val d’Agri. È la patria del nibbio reale, l’uccello rapace più iconico della Basilicata, dalla coda rossiccia e profondamente forcuta. La sua apertura alare è di circa 180 centimetri. Quando plana, rimane immobile nell’aria. Volteggia osservando i campi coltivati o gli spazi aperti intorno a Grumento Nova in attesa della preda. Tra febbraio e marzo, il maschio si lancia in voli acrobatici tra le colline per conquistare la futura compagna. Una volta formatasi la coppia, nulla potrà più separala.
Da Grumento Nova, ci si sposta nelle aree più rocciose del Parco nazionale dell’Appenino Lucano- Val D’agri Lagonegrese, quanto più lontano possibile dalle disturbanti pale eoliche. A fine maggio, l’odore delle ginestre è intenso e le punteggiature gialle sui monti sembrano sorrisi di sole. In quei momenti, può capitare di essere attraversati da un’improvvisa ombra fredda. Allora, bisogna sollevare il capo: sulla nostra testa potrebbe svelarsi la mole immensa di un grifone. Quando accade, tutto il resto intorno svanisce.
L’apertura alare di quest’uccello può sfiorare i tre metri. Il suo passaggio non può essere ignorato. La coda è corta e quadrata; il suo aspetto suggerisce deferenza. È uno spettacolo indimenticabile cui non è difficile assistere, nell’area nord occidentale della Basilicata. Alcune coppie nidificanti, infatti, sono state reintrodotte all’interno dell’area del parco dell’Appennino lucano e, con un po’ di fortuna, è possibile ammirarle in volo. Incontrarlo è un privilegio e un evento in grado di rendere straordinaria ogni giornata.
Tuttavia, non è l’unico esemplare incantevole (e a rischio) in cui è possibile imbattersi: anche la cicogna nera, sublime simbolo dell’area protetta, può diventare la rara interprete dei nostri sogni in questo itinerario volante.
Spostandosi nel massiccio del Pollino, è possibile seguire le suggestioni di un altro rapace leggendario: il falco pellegrino. È il più veloce animale vivente capace di sfiorare, in picchiata, i 385 chilometri orari. Avere il privilegio d’incrociarlo è entusiasmante. In tutta la Basilicata se ne contano circa 75 coppie sulle pareti rocciose dei rilievi calcarei a ridosso delle valli fluviali. Tuttavia, si tratta di animali dalla grande capacità di adattamento, tanto che persino a Potenza ne sono stati individuati alcuni.
Spostandosi verso est, Il nostro percorso giunge fino a Matera dove, nei Sassi, si rimane ipnotizzati dal volo rapido del falco grillaio, lo “striscingl” in dialetto. Se ne contano circa 1000 coppie, ma è usuale – fino a ottobre – incontrarlo anche nei comuni di Montescaglioso, Bernalda e Pisticci con alcune delle più importanti colonie della specie a livello nazionale. Il suo piumaggio è di colore rosso mattone, nel maschio, e marrone più scuro nelle femmine. Seguire il suo volo, ci porta fin dentro il parco della Murgia Materana, gioiellino di biodiversità in cui l’olfatto spazia dal profumo del carrubo a quello delle ginestre e del timo spinoso. Qui, ci si può imbattere nel capovaccaio, un piccolo avvoltoio dalla cresta “punk”, riconoscibile per il piumaggio bianco con penne nere sulle ali. Alcuni esemplari sono stati recentemente liberati in questa zona nell’ambito del progetto LIFE Egyptian Vulture.
Riemergere da questo incantesimo “rapace” non è semplice. per questo, come ultima tappa vale la pena una visita al CRAS di Matera, il centro recupero della fauna selvatica. Tra veterinari e personale competente, si potranno osservare gli animali in attesa di essere liberati e, magari, sostenere la splendida biodiversità lucana con un piccolo contributo.