Lucania, terra ricca di tesori naturali. Il suo sottosuolo in particolare, oltre all’abbondanza di acqua e petrolio, nasconde un’enorme quantità di preziosissime pepite il cui valore raggiunge talvolta cifre da capogiro: il tartufo, oro del sottosuolo lucano.
Nero, Bianco, Bianchetto, Scorzone, sono i nomi di alcune varietà, tutte presenti in Basilicata, di questo fungo ipogeo che cresce in particolari condizioni ambientali create dal connubio tra tipo di terreno, clima e tipo di pianta. Inoltre i “cavatori” di tartufo devono necessariamente avvalersi dell’infallibile fiuto del migliore amico dell’uomo, il cane, per arrivare a scovare questi piccoli tesori.
Negli ultimi anni, i cercatori di tartufi sono aumentati insieme alle iniziative di valorizzazione del prodotto da parte dei territori di competenza. Tuttavia non esiste in Basilicata una vera e propria tradizione gastronomica legata al tartufo, ma di certo è una realtà in divenire.
Il “diamante della cucina” si raccoglie nei boschi e nelle valli di tutto l’arco appenninico della regione, dal monte Paratiello (a nord), alle Dolomiti Lucane, fino al parco del Pollino (confine meridionale della Basilicata). Le zone di raccolta più famose sono senz’altro la Val d’Agri e la Valle del Serrapotamo, nota per il pregiatissimo “Tartufo bianco del Serrapotamo di Carbone”.
L’appuntamento ideale per degustare il prezioso “tubero” è la Sagra del tartufo di Marsicovetere, piccolo paesino arroccato alle pendici del sacro monte di Viggiano, balcone sulla Val d’Agri: ogni anno, il 14 agosto, è possibile passeggiare tra i suggestivi vicoli in pietra del piccolo borgo e visitare antiche ville nobiliari, che aprono le loro porte per l’occasione, e assaggiare specialità a base di tartufo.
Anche nei paesi delle Piccole Dolomiti Lucane è molto diffusa la ricerca dei tartufi, in particolare a Castelmezzano, verso la fine del mese di luglio, si svolge la manifestazione “Tartufo in mostra”, con esposizioni, dibattiti e degustazioni.
Nella valle del Serrapotamo, dove lo spopolamento è sempre più massiccio, la raccolta del tartufo sta diventando un’attività sempre più praticata dagli abitanti del luogo e rappresenta, per molti, una reale possibilità imprenditoriale dato che le condizioni climatico-ambientali della valle sono ideali per la crescita di questa prelibatezza. I minuscoli paesi, che mediamente superano di poco i 500 abitanti, ospitano molte iniziative come degustazioni, visite alle tartufaie (terreni in cui crescono tartufi, spontanei o coltivati), mostre mercato e sagre tra cui la famosa mostra mercato di Carbone che si svolge, ogni anno, in autunno (il 30 e il 31 ottobre nel 2022).
Un “gustoso” tour, da nord a sud della regione, alla scoperta dell’oro del sottosuolo lucano.
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