Su un colle che domina la valle del fiume Bradano, a 600 metri di altezza, svetta Irsina, uno dei Borghi più belli d’Italia. In origine il suo nome era Montepeloso, ed è uno scrigno di storia e bellezza. Addentrandosi tra le sue bellezze architettoniche, ci s’imbatte nella Cattedrale di Santa Maria Assunta. Il primo dettaglio che incuriosisce i visitatori in questo luogo di culto è certamente il campanile romanico e dorico, appoggiato alla facciata in barocco napoletano.
All’interno della chiesa, l’odore dell’incenso è forte e si nota subito, nell’impianto a tre navate, il fastoso altare maggiore del 1721 prima di ammutolire davanti alla bellezza della statua lignea di sant’Eufemia attribuita ad Andrea Mantegna.
Ci sono, tuttavia, altri tesori custoditi in questa chiesa madre, meno noti ma ugualmente struggenti: si tratta delle opere realizzate tra il ‘600 e il ‘700 dai pittori Andrea Miglionico e Domenico Polino, entrambi di scuola napoletana.
Nella sagrestia, il quadro de “il Crocifisso e i santi “ di Polino è molto intenso. I personaggi sono investiti da un’atmosfera di cupa rassegnazione: sembrano quasi imprigionati nell’ambiente scuro e denso che li sovrasta. Tutta la drammaticità del momento è, così, rivelata con estrema enfasi.
Nelle pitture di Andrea Miglionico, invece, il colore è vivo e luminoso con connotazioni quasi fiabesche. Nella “Visitazione”, in particolare, Maria è ritratta in un istante di piena umanità, nell’atto di porgere il saluto a Santa Elisabetta. La Vergine indossa un mantello e ha un cappello a tesa larga poggiato sulla schiena. C’è molto calore in questa tela in cui, in secondo piano, il sacerdote Zaccaria indica la strada a San Giuliano in un impeto fraterno.
Lo stesso senso di umana comprensione traspare anche nell’Adorazione del Bambino Gesù. Il profilo dolce di Sant’Anna sembra un omaggio alle popolane che affollavano i presepi napoletani del ‘600 e ‘700, mentre la Madonna, San Giuseppe e San Gioacchino sono circondati da putti e cherubini che circonfondo l’aria di radiosità.
Le opere custodite nella Cattedrale di Irsina imprimono sensazioni forti e mai banali, in grado di raccontare emozioni ed epoche storiche con minuzia e dovizia di particolari. Estremamente intense.