In Basilicata è possibile! Lo testimoniano le tante persone che hanno superato i 100 anni d’età (e qualcuna di queste si accinge persino a sfiorare i 110 anni…)
Ma qual è l’elisir di lunga vita? La risposta è nell’alimentazione.
Molti vegetali, frutta (anche secca), grano integrale e legumi, poca carne rossa, tanta acqua, qualche infuso a base di origano, menta e rosmarino: ecco i segreti della longevità e sono alla portata di tutti e tutte.
Le ricette tradizionali che rispettano questi diktat in Basilicata non mancano, ma noi di Wayglo ne abbiamo scelte 5 di cui non possiamo proprio fare a meno: sono sane ma anche adatte a dei golosoni patentati come noi. Si tratta di piatti unici che, all’occorrenza, possono essere usati per comporre menù delle feste coi fiocchi. Per il piacere di grandi e piccoli!
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Fave e cicorie (qui la ricetta)è un piatto povero eppure quanto a gusto e proprietà non è secondo davvero a nessuno! Per secoli, le fave hanno fatto le veci di carne e proteine animali, diventando parte integrante della dieta mediterranea. Sono gustose, non fanno ingrassare, hanno il beneficio di prevenire artrite e osteoporosi grazie all’alto contenuto di manganese, proteggono contro il parkinson e hanno un contenuto di magnesio tale da favorire l’abbassamento della pressione sanguigna. Quanto all’umile cicoria, contrasta il colesterolo e giova anche all’aspetto della pelle… Ha, però, una controindicazione: genera dipendenza!
La ciaudedda (qui la ricetta) è una goloseria che va bene in ogni stagione. Si può mangiare fredda o calda, l’importante è che sia accompagnata da una buona fetta di pane casereccio (a proposito: perché non provare a farlo in casa da soli?). Si tratta di una ricetta a base di fave, patate e carciofi: un pasto bilanciato e sanissimo. I carciofi, poi, aiutano la digestione e le funzionalità del fegato e si dice che Ippocrate- il medico più famoso della storia dell’umanità – ne andasse letteralmente matto…
La Cuccià di Castelmezzano (leggi qui la ricetta) non è solamente un piatto sano e gustoso, ma è anche una leggenda fatta nutrimento. La tradizione, infatti, vuole che questa pietanza sia preparata in occasione della festa di Santa Lucia, per ricordare il miracolo del grano che salvò la popolazione da una carestia. La Cuccià è a base di fave, grano, ceci e cicerchie: una manna contro anemia, obesità e ipertensione!
Lo spaghettone mantecato con crema di zucca al timo, aringhe e tartufo del Vulture ( qui la ricetta) non è esattamente un piatto della tradizione ma è come se lo fosse per l’equilibrata sintesi di ingredienti prevalentemente del territorio che s’intrecciano amabilmente tra loro per infondere piacere al palato, alle arterie, alla vista (per l’alto contenuto di vitamina A di cui la zucca è pregna) e… alla vita di coppia: non è un mistero, infatti, che il tartufo sia anche un potente afrodisiaco! Provare per credere.
Il grano dei morti (qui la ricetta) è un dolce antico che deve il suo nome all’usanza di prepararlo in occasione del 2 novembre. A dispetto del nome, però, questo piatto mette allegria. Sarà forse per quella gustosa combinazione di grano integrale, melagrana e noci che vien voglia di assaggiare in ogni momento: colazione e merenda incluse!
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