Imponente per aspetto e per valore storico, la Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio si eleva sopra i tetti di Acerenza come protettrice e fulcro sacro di queste terre.
Edificata in pietra arenaria locale tra il XI e il XIII secolo sui resti di un antico tempio romano, oggi questo luogo suggestivo rappresenta un baluardo dello stile romanico nell’area mediterranea. Nei secoli ha subito diverse modifiche e danni strutturali, ma nel 1524 la famiglia Ferrillo diede una svolta all’estetica del duomo con due campanili quadrangolari, di cui, tuttavia, solo quello vicino al portale è arrivato ad oggi. La pianta è a croce latina a tre navate, divise da candide e massicce colonne che sorreggono il tetto con capriate, fino ai piedi del presbiterio che è rialzato di due metri rispetto al resto della chiesa. L’altare e il coro sono essenziali e puliti, contornati da piccole vetrate poste a semicerchio raffiguranti i santi: Canio, Paolo, Maria Assunta, Pietro e Mariano.
Innumerevoli sono le opere d’arte qui conservate. A sinistra dell’altare troviamo “La Pietà” di Antonio Stabile risalente al 1570, dentro una ricca arcata marmorea di Pietro di Muro Lucano. Alla destra dell’altare è, invece, situata “La Madonna del Rosario”, anch’essa di Antonio Stabile, risalente al 1583.
Tra tutte le meraviglie che nasconde questo mastodontico edificio, una è di particolare bellezza e rilevanza: la Cripta voluta dalla famiglia Ferrillo e Balsa, ad opera di Pietro di Muro Lucano. Risalente al 1542, la cripta è un piccolo scrigno di tesori e di arte magistralmente realizzate da Giovanni Todisco che ha arricchito questo luogo nascosto con immagini sacre e ritratti dei due signori di Acerenza.
La Cattedrale di Acerenza racchiude gran parte della storia dell’area dell’Alto Bradano e dei suoi misteri, celati tra le mura che, dall’alto, sembrano rivendicare il loro ruolo di preminenza.
Guarda tutti i video