Nell’immaginario collettivo San Michele viene associato all’immagine del guerriero che impugna la spada, nella strenua difesa della fede. La Basilicata è disseminata di luoghi dedicati al culto dell’Arcangelo, che ha storicamente assunto il ruolo di elemento unificante delle due principali tradizioni culturali della regione, quella occidentale e quella bizantina. Andremo alla scoperta delle abbazie micaeliche più importanti, sia per la permanenza del culto che per il successivo stabilirsi di comunità monastiche.
Nel meraviglioso ambiente naturale della caldera del Monte Vulture, il vulcano spento nel nord della Basilicata, sorge un leggendario sito di frequentazione eremitica e antichissimo luogo di culto dell’Arcangelo: l’insediamento monastico di Monticchio. Costituito da due siti distinti e collegati, colpisce immediatamente il candore della sua facciata che spicca nel fitto del bosco, in uno scenario davvero incantevole. Il complesso, addossato alle rocce vulcaniche in posizione elevata sui laghi di Monticchio, è costituito da un convento e dalla chiesa, sorta sull’originario sito in grotta. Oggi ospita un Museo di Storia Naturale dedicato alla Bramea, una farfalla miracolosamente scampata all’estinzione; creatura antica che vive solo nel Vulture, meta di passeggiate, interessante per la presenza di acque minerali sorgive.
L’Abbazia benedettina di San Michele non è solo il monumento simbolo di Montescaglioso, ma anche una delle architetture religiose più importanti della regione. Sulla necropoli ellenica si eleva l’immenso complesso dalla linea uniforme e massiccia, interrotta dalla cupola ottagonale e dal campanile quadrato. L’abbazia, di origine normanna, è stata rinnovata nel Quattrocento con la costruzione dei colonnati che delimitano il chiostro, che racchiude il bel pozzo adornato da raffigurazioni di San Michele con il drago e la bilancia. La cittadina, con le sue belle chiese, è tutta raccolta attorno a questa mole grandiosa che domina il paesaggio circostante.
Nell’area sud ovest della Basilicata, nel ventre del Monte Raparo sorge l’Abbazia di Sant’Angelo al Monte Raparo, un luogo dal fascino estremo immerso nel verde. Risalente al X-XI secolo e posta a circa 6 chilometri dall’abitato di San Chirico Raparo, è Monumento Nazionale dal 1927. Rappresenta la principale radice storica dell’espansione migratoria di monaci basiliani, costretti dalle lotte iconoclaste a trovare rifugio in anfratti naturali, luoghi appartati e solitari. Questa preziosa opera architettonica bizantina sovrasta la grotta popolata da pipistrelli e la fonte della Trigella, che ha la peculiarità di fornire acqua solo d’estate.
Questo itinerario è una immersone negli elementi tipici del culto micaelico: l’antro naturale, l’acqua e l’altura, risultanza di una fede vissuta nel profondo.
Foto di copertina
L’Abbazia di San Michele a Monticchio (PZ) (foto di Andrea Cerverizzo)