Dalla base della vetta parte il tortuoso sentiero che risale il Sacro Monte, sulla cui sommità sorge il Santuario della Madonna di Viggiano
Le aree protette lucane si estendono in Basilicata per circa un terzo del territorio regionale e, secondo un articolo apparso sulla rivista Green & Blue del Gruppo Gedi, sono proprio questi i luoghi da cui è necessario partire per comprendere meglio la selvaggia Lucania: un mondo quasi a sé, per stile di vita, lingue, tradizioni e cultura nel panorama italiano.
Particolarmente importante, si legge nel testo, è la relazione che si è creata nel tempo tra la natura, le attività umane e i misteriosi riti come quelli del “maggio” che celebrano i matrimoni tra gli alberi e che avvengono tra giugno e agosto in molte località dell’Appennino Lucano.
Il Parco del Pollino, poi, è una miniera di flora, fauna e bellezza ed è anche l’area protetta più grande d’Italia con un’estensione ampia che si dilunga, con la passione delle cime e dei pini loricati, tra Basilicata e Calabria. Qui, è celebrato in particolare il «monte di Apollo», “che agli antichi ricordava l’Olimpo, con i suoi boschi”.
Ma non meno rigenerante e appassionante è una giornata trascorsa entro i confini del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese in cui fanno bella mostra di sé anche importanti reperti storici e rovine di un’antica magnificenza che affonda le sue radici nei tempi dell’Impero Romano con l’area archeologica di Grumentum e il vicino Museo Archeologico dell’Alta Val D’Agri. Ma non è ancora tutto: la magia di quest’area protetta invade i settori del sacro, mescolandosi a monti e a scenari di toccante bellezza nei pressi di Viggiano, dove si trova il santuario della Madonna Nera, la santa patrona della regione.
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