“Ho visto ciò che una volta era terra solidissima essere mare, e ho visto mari diventati terra; conchiglie marine giacquero lontane dal mare e una vecchia àncora si trovò in cima ai monti. Di quella che era una pianura, il corso delle acque ha fatto una valle, con le alluvioni il monte è disceso al mare”.
Sono i versi di Ovidio, che ricorrono nella natura assorta e quasi immobile dei calanchi, proscenio ideale di una delle rassegne teatrali più intense e carismatiche del nostro Paese: il Teatro dei calanchi. Qui, fra i vari spettac0li, ha preso vita una delle pièce più riuscite di quest’estate lucana: “Le metamorfosi”.
Sostenibilità fiera nella produzione ma anche un vero e proprio omaggio alla condivisione e “all’archeologia dell’arte” in cui tutto è unplugged, nel pieno rispetto dell’ecosistema fragile e delicato, eppure potentissimo, dei dintorni di Pisticci.
Dove 1,8 milioni di anni fa c’era il mare, ora regna la poesia.

foto dalla pagina facebook del teatro dei calanchi
Quello del teatro dei calanchi è un appuntamento che ricorre e ritorna – fortunatamente – ogni anno e che è giunto nel 2022 alla sua settima edizione.
Un capolavoro compiaciuto di cui parla entusiasticamente la rivista “L’indipendente” elogiando la magnifica messa in scena e il senso profondo di questa emozionante kermesse teatrale. L’impatto sonoro e quello luminoso sono ridotti al minimo, e la scenografia è quella naturale. Uno spazio importante di riflessione e di bellezza in cui immergersi nelle storie di Narciso, di Eco e di Dafne.
Il Teatro dei Calanchi è un modello poetico vincente da vivere e rivivere, con tutti i sensi.
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