Il paesino di Tursi sorge in una vasta area collinare di oltre 16.000 ettari, nel sud della provincia di Matera, a pochi chilometri dalla costa ionica.
All’ingresso dell’antico borgo è posta la Cattedrale di Maria Santissima Annunziata del XV secolo ad accogliere i visitatori col suo stile essenziale e solido. La cattedrale è stata oggetto di diversi interventi di restauro a causa di danni strutturali subiti nel corso dei secoli. La torre campanaria venne, infatti, ricostruita nel 1718 su ordine del vescovo Domenico Sabbatino.
La storia di Tursi è frammentata e ricca di avvenimenti importanti che, dal profondo passato degli Enotri, si evolve passando dai Saraceni, ai Normanni, agli Aragonesi e, infine, ai Doria. L’influenza saracena è forse quella che più ha permeato la cultura tursitana, ma un importantissimo contributo culturale è stato quello dato dal poeta originario di Tursi Albino Pierro. Con la sua penna, Pierro rese onore e tenne in vita il dialetto di Tursi e con esso, la sua memoria attraverso i secoli. Tra Palazzo Brancalasso e la Chiesa di S. Filippo Neri si trova, infatti, la sua Casa Museo, nei pressi di Piazza Plebiscito, dalla quale si passa per risalire l’antico borgo.
Da quassù la vista spazia sulle colline e sui calanchi circostanti. Lo sguardo arriva fino al campanile del Convento abbandonato di San Francesco, che, dall’anno 1441, troneggia sul poggio antistante il paese.
Il borgo si snoda sulla collina nel punto più alto della quale si trova l’antichissimo quartiere arabo della Rabatana. Qui, il silenzio delle colline è custode di un grido che viene da lontano. Un passato ricco di storia che racchiude i tratti distintivi di una Lucania affascinante.
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