Il Museo della Siritide di Policoro, in provincia di Matera, è dedicato alle due colonie greche di Siris ed Herakleia.
Il Museo è custode e promotore della diffusione del patrimonio archeologico dei popoli che hanno abitato le valli intorno ai fiumi Sinni e Agri. Il percorso parte dalla preistoria e protostoria, più precisamente dall’Età del Bronzo. Le testimonianze più abbondanti sono le ceramiche, ma si osserva anche la presenza di alcune punte di utensili metallici. Proseguendo, si entra nel mondo di Siris, primo insediamento greco da cui si è sviluppata, poi, l’attuale Policoro.
Siris fu fondata a metà del secolo VII a.C. alla foce del fiume Sinni da alcuni profughi fuggiti dalle coste turche. Testimonianza di questi insediamenti sono le ceramiche finemente ornate e tornite, realizzate da popolazioni che padroneggiavano tecniche molto evolute. Sono, inoltre, numerose le statuette in terracotta che in passato venivano offerte in dono alle divinità.
L’arte e la raffinatezza delle decorazioni trovano il loro massimo splendore nella sala del Pittore di Policoro, dove una grande selezione di ceramiche rosse racconta la vita di Herakleia. Chiudono le fila gli Enotri, popoli nativi della Basilicata pre-ellenica, che animavano le colline interne nelle zone di Tursi, Guardia Perticara, Alianello.
In quest’ala del museo è presente una grande quantità di corredi funerari risalenti agli Enotri: le immagini ravvisabili raffigurano principalmente figure stilizzate con le braccia alzate davanti alla morte. Gli oggetti più rilevanti tra i corredi sono anelli, copricapi a tubuli, spirali e punte affilate che venivano depositate assieme al defunto.
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