Lo sguardo, un pensiero, l’invidia che avvampa. Basta uno di questi veicoli per essere sottomessi alla “fascinazione”: il fondamento della “bassa magia cerimoniale lucana”, secondo l’antropologo Ernesto De Martino nel suo saggio “Sud e Magia”.
In passato, nelle case rurali della Basilicata, di fronte a una sventura, il primo pensiero che si affacciava alla mente era la presenza dell’“affascino”, un’influenza maligna o un “malocchio” gettato sulla vittima, per lo più di sesso femminile.
La fascinazione, racconta De Martino, può annientare il libero arbitrio facendo giungere il soggetto interessato alle soglie della possessione. Ma le sue manifestazioni possono essere anche perdita del latte materno, malattia o lutti. E porta sempre con sé dei sintomi: mal di testa, spossatezza e sonnolenza.
Grottole, in provincia di Matera, è uno dei borghi rurali più antichi della Basilicata, con ritrovamenti d’insediamenti umani che risalgono alla preistoria. I suoi 2079 abitanti vivono tra strade strette e acciottolate, in un territorio compreso tra i fiumi Bradano e Basento, nel contesto naturale della Riserva di San Giuliano. Qui si racconta che le donne accertassero da sole la natura magica della propria afflizione. Per farlo, versavano dell’olio in una bacinella d’acqua. Se l’olio si spandeva, la fascinazione era certa. In questo caso, l’acqua si gettava per strada in attesa che qualcuno, calpestandola, prendesse su di sé la fascinatura. In altri casi, però, l’aiuto della magiara era essenziale.
In stanze fredde e buie, l’anziana maga si avvicinava alle vittime e tracciava piccoli segni della croce sulle loro fronti prima di raggiungere uno stato onirico. La sua voce si faceva più profonda mentre recitava l’orazione: “ Padre, Figlio e Spirito Santo/Fascinatura va’ da là via (allontanati)/Va’ da affascinare/ca è carne battezzata. (che è una persona battezzata).
La maga assumeva su di sé il dolore della vittima. Sbadigliava e arrivava alle lacrime, gettandosi a terra. Se questo non accadeva, la fascinazione non sussisteva. E per tutti era un gran sollievo.