La costruzione della Chiesa di san Francesco, avvenuta nel 1266 a Potenza, nel centro storico, è avvolta dalla leggenda e si racconta sia stata dedicata al Poverello d’Assisi a seguito di un miracolo attribuito al Santo.
Eugenio D’Acunti, in “Storia e Arte nella Chiesa di San Francesco a Potenza”, racconta, infatti, che proprio nel 1266, due ragazzi stanno lavorando all’edificazione delle fondamenta di un edificio religioso. Improvvisamente, la struttura ha un cedimento e un enorme crollo seppellisce i due operai.
Si scatena il panico. La gente accorre per prestare soccorso ma si teme che, ormai, non ci sia più nulla da fare. Nonostante vengano chiamati a gran voce, i ragazzi non rispondono più. Si scava a mani nude. La certezza che siano morti si diffonde come un morbo. Nella disperazione di quegli attimi, qualcuno innalza delle preghiere a San Francesco. E tutto i presenti lo seguono.
Il Santo è morto da solo pochi anni ma le notizie dei suoi miracoli già si rincorrono. Il merito è delle peregrinazioni dei frati che, sull’esempio di Francesco, stanno portando avanti opere di proselitismo in tutto il Meridione, ponendo i propri edifici a ridosso della cinta muraria dei centri urbani, a stretto contatto con gli abitanti. E ne hanno conquistato subito la simpatia e l’apprezzamento. Del resto, il loro modus operandi è molto lontano da quello austero dei monaci benedettini, fulcro della cultura europea tra l’VIII e il IX secolo, rinserrati nei loro monasteri isolati. Dediti solo allo studio e alla preghiera sembrano così lontani dal popolo. La parola di Francesco, invece, è subito colta con i francescani.
La gente in ginocchio implora il Santo di far salva la vita dei due operai. Poi, improvvisamente, sotto gli occhi basiti e festanti dei presenti, i giovani riemergono.
E sono vivi. Si grida al prodigio.
Tutti ringraziano il Santo e si fanno il segno della croce. Quella chiesa che si sta erigendo, le cui fondamenta hanno ceduto, sarà ricostruita e sarà dedicata a San Francesco. I potentini festeggiano.