Il 25 maggio 1528, a Napoli, il figlio del terzo conte di Potenza Giovanni Guevara, don Antonio, è ucciso dal Marchese del Vasto. Tra le famiglie dell’aristocrazia napoletana questo evento segna un’insanabile frattura.
Giovanni de Guevara è uno dei nobili più in vista del Regno di Napoli. Si è imposto in più di un’occasione al fianco dell’Imperatore Carlo V, in battaglia. In uno scontro a Pavia, nel 1525, ha rischiato molto ed è stato catturato.
E ora, nel pieno della guerra della lega di Cognac che oppone Carlo V a Francesco I di Francia, mentre la capitale partenopea è sconvolta da un assedio, Guevara è a cavallo quando incontra il Vicerè in compagnia del Marchese del Vasto, Alfonso III d’Avalos. Tra i due, entrambi sotto le insegne imperiali, non corre buon sangue. Ciononostante ,il Conte di Potenza gli rivolge un saluto. L’Avalos tace e, con malcelato disprezzo, si allontana, scortando a casa il Vicerè.
Giovanni è ancora amareggiato per l’affronto subìto quando il marchese è di ritorno. I toni si esacerbano. Il Conte è circondato ed è ferito. Don Antonio, suo figlio, allertato dai tafferugli, accorre in difesa del padre. Un colpo gli è fatale e il giovane cade a terra morto.
Le due famiglie saranno, da questo momento in poi, acerrime nemiche. Tanto che, nel 1935, nel corso di una visita a Napoli di Carlo V, nello sfarzoso corteo sono presenti tutti i nobili del regno. Tutti, tranne il Conte di Potenza che non sopporta neppure l’idea di sfilare al fianco dell’odioso marchese. Le famiglie nobili del regno ora faranno a gara per parteggiare per l’una o per l’altra parte.