Montescaglioso, in provincia di Matera, è un paese dalla storia antica e importante e dalla solida tradizione movimentista, in prima fila nelle lotte contadine di Basilicata con l’occupazione delle terre tra Ottocento e primo Novecento. Non forse un caso, dunque, se ha dato i natali a due eroi della lotta partigiana d’Italia: i fratelli Giambattista e Carlo Salinari.
Giambattista Salinari, il maggiore dei due, nasce l’11 Novembre del 1909. Terminato il Liceo a Matera, si trasferisce a Roma dove si laurea in Letteratura nel 1932. Inizia presto ad insegnare, prima a Todi, poi a Roma. Allo scoppio della guerra si unisce alla Resistenza, col nome di battaglia di Sertorio. Da combattente e organizzatore, partecipa a numerose azioni in Lodigiana e nella zona di Prato. Nel dopoguerra riprende la carriera nella scuola, diventando preside di diversi licei, prima ancora in Umbria, poi di Roma. Dal 1965 approda all’insegnamento universitario, tra Roma e Chieti. È autore di traduzioni di classici, saggi letterari e studi, specie danteschi (alcuni postumi). Sempre attento alla necessità di divulgare la cultura letteraria tra i ragazzi, nel 1968 realizza, insieme a Italo Calvino, un’antologia per le scuole medie (La lettura, Zanichelli 1968). Si spegne a Roma il 1 Gennaio 1973.
Più famoso è il fratello minore, Carlo (Montescaglioso, 17 Ottobre 1919). Terminato il diploma, come già suo fratello si trasferisce a Roma per studiare letteratura italiana presso l’Università La Sapienza, laureandosi brillantemente nel 1941 con una tesi su Guido Cavalcanti. Già militante del PCI, durante la guerra aderisce alla Resistenza romana e, col nome di battaglia di Spartaco, arriva a dirigere una delle due reti dei GAP Centrali (Gruppi di Azione Patriottica) formata dalle brigate “Antonio Gramsci” e “Carlo Pisacane”.
Insieme a Franco Calamandrei pianifica l’attentato di via Rasella (23 Marzo 1944), la più micidiale delle azioni dei GAP romani, preludio dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Arrestato il 25 Maggio 1944 dai fascisti della banda Koch, resiste alla tortura nel carcere di via Tasso e viene condannato a morte, ma si salva fortuitamente grazie al sabotaggio del camion che lo stava conducendo alla fucilazione. Insignito di due medaglie d’argento al valore militare, dopo la guerra intraprende la carriera accademica, prima da assistente, poi (dal 1949) da docente di letteratura italiana.
Dal 1963 è ordinario di cattedra presso gli atenei di Salerno, Cagliari, Milano e Roma “La Sapienza”, dove nel 1977 dirige la Facoltà di Lettere. Non cessa mai l’impegno politico, assumendo la carica di responsabile culturale del PCI tra il 1951 e il 1955. Nel 1954 fonda, insieme ad Antonello Trombadori, la rivista politico-letteraria Il Contemporaneo. Dalle sue pagine e nei numerosi saggi, Salinari esprime una critica letteraria incentrata su un’estetica marxista, e che attribuisce un’importanza fondamentale all’ideologia degli autori. Muore a Roma nel maggio del 1977.