C’è un piccolo comune, nell’entroterra della provincia materana, che narra una storia molto importante, racchiusa nel suo bellissimo e misterioso Castello: Valsinni.
È proprio qui, in questo paesino, che all’epoca si chiamava Favale, che la poetessa Isabella Morra, nata intorno al 1520, cresce e compie un ricco ciclo di studi.
Colta, raffinata e amante della poesia, Isabella inizia un rapporto epistolare con Don Diego Sandoval De Castro, il barone di Bollita (l’attuale Nova Siri) sposato con prole e cultore della poesia quanto la Morra. Del loro rapporto i fratelli di Isabella non accettano né lo scambio epistolare, né la presunta relazione che i due potrebbero avere intrapreso.
Accecati dalla rabbia e dalla rivalsa di un onore, probabilmente, perduto, i tre fratelli uccidono, con ben cento coltellate, la venticinquenne poetessa, proprio all’interno delle mura del suo castello dove era stata rinchiusa proprio dai suoi aguzzini.
Da allora un mistero aleggia attorno alla dimora che ha visto compiere l’atroce assassinio di Isabella: non si sa dove sia stata sepolta, in molti hanno cercato il suo corpo, ma mai nessuno è stato in grado di trovarlo.
Per questo si narra e molti anziani del luogo giurano di averla vista con i propri occhi, che il suo corpo aleggi dentro e fuori le mura del castello, soprattutto nelle notti di luna piena quando, scalza, con la veste lunga e bianca, i capelli lunghi e biondi che le accarezzano la schiena, vaga triste e solitaria. Inoltre capita sovente che Isabella si lamenti e che i suoi gemiti spesso risuonino forti e chiari nel silenzio della notte.
Questa storia, di verità o di fantasia, sicuramente avvolta dal mistero, lascia vivo il ricordo della dolce poetessa che, grazie alle sue opere e alla leggenda di cui è protagonista, sembra sia ancora tra noi.