Medico, archeologo, politico: Domenico Ridola è un nome che a Matera ha fatto la storia. Nacque nel 1841 a Ferrandina, ma si trasferì ben presto nella città dei Sassi. Si laureò a 24 anni in Medicina all’Università di Napoli e si distinse subito per il suo interesse nella ricerca, per proseguire i suoi studi all’estero e poi ritornare a Matera e aprire un suo studio medico in via Duomo. In questo ambito fu molto importante la sua scoperta pediatrica di una malattia della bocca, che prese il nome di “malattia di Ridola”.
Da grande appassionato di archeologia, Domenico Ridola dal 1872 al 1878 effettuò dei sopralluoghi nella Grotta dei pipistrelli (scoprendo che era l’ultima di un intero sistema di cavità), e ciò che lo colpì maggiormente fu la scoperta di un luogo sacro per gli antichi uomini del Paleolitico al suo interno. Ma portò alla luce anche numerosi villaggi trincerati di epoca neolitica sulla Murgia, e le tombe a grotticella e a tumulo risalenti all’Età dei Metalli. Grazie alle sue intuizioni si deve anche la scoperta del sito neolitico di Serra d’Alto con la sua particolare ceramica riconosciuta, ormai a livello internazionale, per la sua raffinatezza.
Con gli archeologi Luigi Pigorini e Quintino Quagliati scoprì le grotte funerarie sulla collina di Timmari e la cella sepolcrale. Nel 1901 scoprirono la necropoli ad incenerazione di Timmari e nel 1906 venne pubblicato da Ridola e Quagliati il loro studio in merito.
Consideratosi sempre un semplice volontario, Ridola donò allo Stato tutte le sue ricerche e collezioni archeologiche nel 1911 per l’istituzione del Museo archeologico nazionale, il museo più antico della Basilicata, a lui intitolato.
Partecipò a diversi congressi di archeologia ad Atene, Roma, Monaco e a Siracusa dove ebbe modo di confrontare le trincee siciliane di Sentinello con quelle del materano, trovando analogie nei fossati. Tutte queste sue importanti scoperte, dimostrarono quindi l’ininterrotta presenza dell’uomo nel materano dal Paleolitico.
Ma Ridola fu anche un importante politico. Nel 1878 fu eletto consigliere comunale e successivamente fu riconfermato più volte. Diventò sindaco di Matera nel 1892 e poi consigliere provinciale. Inoltre, fu rappresentante in Parlamento dopo la morte dell’onorevole Michele Torraca e, nel 1913, fu nominato senatore.
Morì nel 1932 e fu sempre ricordato per la sua spiccata intelligenza e disponibilità d’animo.