Nell’entroterra della provincia materana, non c’è ibuprofene più potente della vecchia signora che sa togliere “l’affascino”, quando si ha un forte mal di testa.
Questa cefalea però, affinché possa essere risolta dalla signora che “sap dic a cap” (sa dire la testa) deve essere provocata dall’invidia e dal malocchio. Come distinguerlo da un mal di testa normale, è semplice: se a questo disturbo si aggiunge anche un forte mal di stomaco accompagnato da nausea, allora si parla proprio di affascino.
Nei piccoli paesi lucani, in cui è ancora possibile trovare la signora anziana seduta davanti alla porta di casa sua, con la testa avvolta nel fazzolettone e vestita a lutto, è facile scoprire colei che può togliere immediatamente il dolore e con esso l’invidia che l’ha causato.
Il rito è semplice ma, allo stesso tempo, elaborato: per prima cosa si devono recitare, a voce bassa, tre Ave Maria, poi tre Padre Nostro, tre Gloria al Padre e infine offrire tutto alla Santissima Trinità. Se durante l’Ave Maria la vecchia signora sbadiglia, vuol dire che a guardare con cattiveria è stata una donna, se lo sbadiglio arriva sul Padre Nostro, allora sarà stato un uomo.
Le preghiere sono accompagnate da gesti ben precise, che prevedono una sorta di massaggio a forma di croce sulla fronte dell’interessato.
Alla fine delle preghiere, il povero malcapitato dovrà lavarsi la fronte con un’acqua particolare che ha subìto una sorta di benedizione fatta da tre pizzichi di sale messi a forma di croce e il lancio di tre fiammiferi accesi che si devono spegnere all’interno della bacinella dove sta avvenendo il rito dell’acqua.
Effettuato anche questo passaggio, ne rimane ancora un altro, non meno importante, anzi, probabilmente quello fondamentale. L’acqua che ha lavato la fronte dello sventurato, dovrà essere gettata in un incrocio e, la leggenda racconta, che la prima persona che sfortunatamente passerà da quell’incrocio, si beccherà il malocchio e pure il mal di testa.
Per quest’ultimo, inconsapevole, sfortunato sarà opportuno mettersi alla ricerca non di una farmacia ma di un’altra signora che saprà “dirgli la testa”, cosicché possa liberarsi della forte dolenzia e di tutte le sue conseguenze.