Tra le mete turistiche principali della Basilicata, reso celebre dai resoconti dei viaggiatori, da articoli su riviste di settore e non, scelto come location cinematografica da troupe di tutto il mondo, c’è un piccolo paese che sorge su un’erta collina circondata da arsi calanchi: Craco.
Un paese fantasma, completamente abbandonato, arroccato attorno ad una torre normanna squadrata. L’atmosfera surreale e il paesaggio intenso e drammatico non mancano di affascinare chiunque visiti il paese.
L’intera dorsale collinare è oggetto di costanti movimenti franosi da secoli, a causa della complessa stratigrafia geologica e dalla sismicità. Nel 1688, un terribile terremoto del X grado della scala Mercalli, con epicentro tra Craco e Pisticci (Matera), causa danni devastanti e riattiva numerosi fronti di frana. Nonostante i continui smottamenti che interessano soprattutto il versante sud-occidentale, è solo nel 1888 che si realizza un’opera per tentare di arrestare il movimento franoso: un lungo muro ad archi che, apparentemente, sembra funzionare.
Nel 1954, tuttavia, si avvia la costruzione di un impianto sportivo proprio su un terrazzo interessato dalla frana, compromettendone la stabilità. La natura sa essere implacabile: nel 1959, 400mm di pioggia caduti in soli 5 giorni causano la totale destabilizzazione del versante, con lo slittamento del campo sportivo, di numerosi edifici e del muro ad archi che, in seguito ad altre numerose frane che si susseguono tra il 1963 e il 1965 collassa completamente, mentre iniziano le evacuazioni delle case: ben 153 vengono abbandonate in questo arco temporale.
Tuttavia, il paese non vuole darsi per vinto, e nel 1968 si procede alla costruzione di un nuovo muro di contenimento, provvisto di pali profondi fino a 30 metri. Ma la profondità e la vastità del problema sono state del tutto sottostimate: un’altra, terribile frana distrugge il nuovo muro e decine di altre case.
È la fine: la popolazione è evacuata, soprattutto in località Peschiera, a valle.
Per anni, Craco Vecchia resta davvero un “paese fantasma”, non presidiato, in mezzo ad una delle aree meno densamente abitate d’Italia, meta di escursioni solo per pochi ardimentosi locali. Finché l’amministrazione comunale inizia ad intuire le potenzialità di questo luogo così incredibile e decide di promuoverne e regolamentarne la visita guidata, in tutta sicurezza, a cura di guide locali, attirando visitatori da tutto il mondo.