Tra il 1880 e il 1890, diversi anni dopo il brigantaggio post-unitario, a Matera vi era ancora un brigante che operava singolarmente: era Eustachio Paolo Chita, detto “Chitarridd”, piccolo Chita, per la sua bassa statura.
Nato il 30 novembre 1862, in una famiglia abbastanza benestante, Eustachio visse in un contesto violento, in cui il padre spesso lo picchiava e lo lasciava a digiuno. A causa delle scelleratezza del padre, la famiglia ebbe un tracollo economico, così Chitarridd decise di fuggire e vagabondare.
Dal 1888, tra la Basilicata, la Puglia e la Calabria, si arrangiò facendo lavori saltuari, tra cui la costruzione della ferrovia Spinazzola-Rocchetta Sant’Antonio in Puglia. Coloro che ebbero a che fare con lui lo descrissero come una persona molto violenta e scontrosa. E dopo queste occupazioni, si persero del tutto le tracce del Chita.
Nel frattempo, a Matera, si verificarono diversi omicidi e rapine, e il primo sospettato fu proprio Chitarridd, a causa del suo stile di vita sconsiderato e della reputazione della sua famiglia. Per questo fu costretto a trovarsi un rifugio, che trovo in una grotta in località Murgecchia, dove si rifugiò fino alla sua morte, che avvenne in circostanze mai chiarite del tutto.
Il 26 aprile 1896 un giovane pastore che conduceva al pascolo delle pecore, notò in una grotta degli indumenti e un fucile. Corse così ad avvisare i padroni del gregge che lo tranquillizzarono dicendogli che sarebbe andati a controllare. Difatti, Francesco Falcone e Francesco Nicoletti una volta giunti nella grotta, durante una colluttazione, uccisero Chitarridd. In seguito, però, si sospettò che loro stessi fossero stati suoi complici e che, per paura di un tradimento, preferirono ucciderlo. All’interno della grotta vennero ritrovate numerose armi: un fucile a due canne con retrocarica, un fucile a una canna, due pistole a due canne, una pistola a una canna, un coltello lungo da macellaio, un coltello da pastore con fodero in legno, un punteruolo, una lima col manico, un coltello a serramanico, tre accette affilate e un portafoglio con 40 lire.
Nel 1900 i resti di Chitarridd furono spediti a Torino per degli studi intrapresi da Cesare Lombroso, poi ritenuti del tutto fantasiosi, volti a dimostrare la correlazione tra dimensioni del cranio e comportamenti antisociali. Ad oggi, i resti, non sono ancora ritornati a Matera.