Fino al 1663 la città di Matera era in Terra d’Otranto, poi diventò capoluogo della Basilicata, acquisendo importanza. Divenne sede del Tribunale della Regia Udienza e quindi in città si formò una ricca classe di giurisperiti. Grazie anche ai contatti vicini con i porti della Puglia, Matera si trovò al centro di una bella crescita culturale e demografica.
Nel 1806 però, Giuseppe Bonaparte decise di trasferire le competenze a Potenza perché era già vicina a Napoli e quindi meglio collegata alla capitale del Regno; nel nuovo capoluogo vennero trasferiti tutti gli uffici per i nuovi compiti assegnati alla città e invece a Matera non restò che la Sottintendenza.
Per acquisire nuovamente rappresentanza istituzionale territoriale fu necessario attendere oltre un secolo. Fu il 6 dicembre 1926, infatti, che il sindaco della città, Gabriele Giordano, ricevette il telegramma di Mussolini in cui si preannunciava che Matera sarebbe stato il nuovo capoluogo di Provincia. Il giorno successivo per le vie di Matera il sindaco fece affiggere i manifesti con la notizia e i materani inneggiarono al duce, che aveva restituito alla città di nuovo la sua dignità.
Il 14 dicembre arrivò a Matera il primo prefetto: Rosario Rossi. E il 2 gennaio 1927 Matera diventò ufficialmente capoluogo di Provincia con Regio Decreto e aveva al suo interno altri 31 comuni. A questa notizia seguì la costruzione del Palazzo della Provincia, Camera di Commercio, Banco di Napoli, Palazzo delle Poste e Telegrafi, la nuova sede della Prefettura. Proprio la costruzione del palazzo della Provincia (all’epoca chiamato palazzo del Governo) non ebba una vita facile. L’area individuata, quella dei Giardinetti Margherita, non andò per niente a genio né ai cittadini, né agli ex sindaci Domenico Ridola, Raffaele Sarra e Francesco Manfredi. Ma nonostante ciò, il progetto andò avanti e i giardinetti furono distrutti per essere trasferiti, qualche anno dopo, nell’attuale villa comunale, in via XX Settembre.