L’11 novembre del 1986 comincia un nuovo capitolo per i Sassi di Matera. Viene infatti veniva approvata la legge dello Stato n. 771 che prevede “la conservazione ed il recupero architettonico, urbanistico, ambientale ed economico dei rioni Sassi di Matera e la salvaguardia del prospiciente altipiano murgico sono di preminente interesse nazionale”. Finalmente, i Sassi dopo anni di abbandono e dopo aver rischiato anche di essere distrutti, iniziano ad ottenere il giusto riconoscimento.
Qualche anno prima furono i componenti dell’associazione “La Scaletta” a riconoscerne il loro valore, acquistando e ristrutturando un locale nei Sassi che diventò la loro sede operativa.
Con la legge n.771 si impegna la cifra di 100 miliardi di lire per portare a termine le finalità di conservazione e recupero (a cui si aggiungono altri 20 milioni di euro per il rifinanziamento nel 2016-2019).
In occasione del trentennale della 771, nel 2016, l’allora presidente del Consiglio comunale di Matera, Angelo Tortorelli, pubblicamente ha sottolineato che «la legge non è stata rispettata in termini puntuali, poiché partiva con l’intento di creare nei Sassi residenze e funzioni per dare vitalità agli antichi rioni e, all’articolo 13, prevedeva la costituzione dell’ufficio Sassi con ingegneri, geometri, disegnatori, un avvocato ed un segretario».