Nasce a Matera il 4 febbraio 1920 Gerardo Guerrieri drammaturgo, regista e autore tra i più prolifici del panorama cinematografico e teatrale italiano, nonché anche tra i più misconosciuti. Formatosi nell’ambiente universitario del GUF (gruppi universitari fascisti), prosegue il suo percorso allontanandosi progressivamente dai modelli culturali della sua epoca e dal fascismo fino a firmare, dopo la caduta del regime, il manifesto “Per un teatro del popolo” che puntasse alla nascita di un nuovo teatro libero e rispondesse alle esigenze reali della società del dopoguerra.
Uno dei momenti più significativi dell’esperienza di Guerrieri è l’incontro con il regista Luchino Visconti, che gli cambia la vita. Guerrieri rimane folgorato dal talento spiazzante “dell’angelo sterminatore delle insicurezze dei giovani” e inizia ad avvicinarsi a un ruolo ancora non troppo diffuso in Italia, quello del drammaturgo. Visconti prima, la partecipazione alla sceneggiatura di “Ladri di biciclette” e “Sciuscià” poi, avrebbero aperto uno squarcio nel suo animo perfezionista e caleidoscopico, consentendogli di realizzare la sua vera vocazione: la drammaturgia, di cui sarebbe stato un astro nascente ed esponente apprezzato.
Matera gli dedicherà più tardi il suo cineteatro, quello stesso luogo che nel 2021, trentacinque anni dopo la sua morte, avvenuta nel 1986, avrebbe ospitato la prima nazionale di un film evento: “No Time to Die”, il venticinquesimo capitolo della saga dedicata a James Bond.