Nelle notti serene, specie durante il periodo della transumanza, si dice che i pastori all’interno del parco del Pollino guardino il cielo stellato. I loro occhi attenti vagano sulla volta celeste, da una parte all’altra, cercando febbrilmente qualcosa. Quando pensano di averla finalmente trovata, tra il belare e il muggire ovattato del bestiame, raccontano una storia. Lo fanno nel buio della sera, immersi nella quiete dei monti che si allungano a cavallo tra Basilicata e Calabria.
A una certa ora, dicono, se si guarda in direzione del Monte Dolcedorme (il rilievo più alto del Massiccio del Pollino, nel versante calabrese ma a pochissima distanza dal confine lucano) si accende una coppia di stelle. Subito dopo, ne appariranno altre due, poi sarà la volta di un’ultima stella isolata. È come un impossibile inseguimento di astri nel firmamento.
Il suo nome è “la costellazione dei ladri”. La sua origine, secondo i pastori, risale a molto tempo fa, quando due uomini entrarono in una stalla per rubare due mucche. Ma era una notte senza luna ed era così scura da rendere impossibile qualsiasi cammino. Per questo, i due malfattori furono costretti ad agganciare alle corna delle bestie due piccole lanterne. Emettevano una luce molto fioca ma sufficiente a mettere in allarme il padrone dei bovini che poté così lanciarsi all’inseguimento dei ladri. Subito dopo, anche sua moglie con il figlioletto in braccio si mise sulle loro tracce. Da ultimo, si mosse anche il garzone: il senso di colpa per non essere riuscito a evitare il furto lo dilaniava al punto da voler tentare di essere, ora, almeno di un qualche supporto.
Tutti gli elementi di quella straordinaria combriccola s’inseguirono senza mai riuscire a raggiungersi. Lo fecero così a lungo da raggiungere il cielo. Ed è là che sono rimasti, secondo la leggenda.
Talvolta, sulle cime del Pollino, non si sa bene se realmente o solo per un guizzo del desiderio, si prova l’illusione di vedere davvero questa sequenza di stelle tremule e azzurre.
Accade lì, in quell’infinito cielo tra Basilicata e Calabria dove proprio tutto sembra possibile.