In via Bonaventura, nella parte est della zona centrale di Potenza, c’è una torre alta e solitaria che osserva lo scorrere delle giornate potentine. È la Torre Guevara, quello che resta di un antico castello di epoca medievale. Si pensa che fu edificata prima ancora del maniero, intorno al IX secolo, e che solo successivamente fu utilizzata come vedetta per la difesa della città.
La pietra con cui è stata costruita la torre si dice provenga dal letto del fiume Basento, che attraversa Potenza e che è compartecipe della storia della Lucania stessa e del suo passato feudale. Fu dopo la conclusione della parentesi angioina che il castello medievale e il maschio sarebbero stati riconosciuti con la denominazione che ancora oggi le viene attribuita “Guevara”, dalla famiglia cui apparteneva.
IL CASTELLO E IL PASSATO FEUDALE
Innico de Guevara godeva di una serie di titoli presso la corte napoletana, tra cui quello di marchese di Potenza. Fu un personaggio la cui storia meriterebbe un capitolo a parte, poiché strettamente legata alle vicissitudini della Basilicata di quel tempo. Nel suo complesso e articolato albero genealogico, tra i suoi discendenti vi era la contessa Beatrice. La nobildonna poté vantare come dote nuziale proprio la Città di Potenza e, nel 1621, decise di donare il castello, di cui la torre era all’epoca parte integrante, ai frati Cappuccini di San Carlo, intenzione perseguita anche da suo figlio. Tuttavia proprio la vedetta restò di proprietà dei Guevara fino al 1810, quando Gioacchino Murat cambiò le sorti di quel luogo aristocratico, sottraendolo definitivamente al retaggio religioso e feudale di cui era stato testimone per secoli.
MURAT GUARDA AL FUTURO PER POTENZA
L’allora Re di Napoli diede il via a un’imponente opera di ammodernamento del catasto fondiario e a una serie di importantissime opere pubbliche. Il regnante francese non si occupò solamente della città di Napoli: nel 1809 uno dei provvedimenti più significativi emanati da Murat fu la soppressione dei monasteri e dei conventi esistenti in tutto il regno. Un’emanazione che portò anche il castello con l’annessa Torre Guevara ad avere una nuova destinazione d’uso, segnando una svolta per il territorio lucano e il capoluogo, con l’istituzione dell’Ospedale San Carlo.
Il complesso sarebbe diventato ufficialmente la sede del nosocomio potentino per più di un secolo, un punto di riferimento per la sanità locale e un’eccellenza a livello nazionale.
COM’È OGGI
La torre Guevara è rimasta in piedi resistendo sia alla distruzione del castello avvenuta a seguito della seconda guerra mondiale, sia al durissimo colpo infertole dal violento terremoto del 1980. Restaurata negli anni, oggi è visitabile in parte: ospita l’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia potentina e vanta un bel giardino pubblico. Ed è proprio nella direzione della promozione e dell’ampliamento dello spazio verde che si stanno orientando anche i prossimi lavori previsti in zona. Nella Torre Guevara si incontrano il passato e il futuro di Potenza, tra quelle stesse pareti medievali costruite con la pietra del Basento, resistenti agli urti della storia.