Piazza Mario Pagano, nel centro storico di Potenza, è uno spazio in cui convivono stili architettonici diversi. Da una parte sorge l’elegante Teatro Stabile ottocentesco, dall’altra, si eleva il massiccio complesso dell’INA di età fascista. Nell’angolo destro, invece, accanto al Palazzo della Prefettura, c’è una chiesa di fattura tardo medievale.
È la chiesa di san Francesco d’Assisi che balza all’occhio per il ricco portale ligneo che lo contraddistingue e che sorge sui resti di un preesistente oratorio proto romanico. Sulle mura esterne, alla base dell’archivolto, vi è un’iscrizione in cui è riportata chiaramente una data: il 1274. È l’anno in cui è stato edificato questo luogo di culto e in cui, secondo la tradizione popolare, è avvenuto un miracolo attribuito a San Francesco.
Nel 1274, racconta Eugenio D’Acunti, in Storia e Arte nella Chiesa di San Francesco a Potenza (1973), due giovani operai stavano lavorando alla costruzione di una chiesa.
Durante i lavori, inaspettatamente, un crollo dovuto a una frana seppellì i due ragazzi. La gente accorse nel vano tentativo di dare una mano ma già la notizia della morte degli operai si era diffusa. Alcuni tra i presenti innalzarono preghiere a San Francesco invocando il miracolo. E, improvvisamente, i giovani, nonostante fossero finiti diversi metri sotto terra, riemersero vivi. Quando fu chiaro che entrambi erano del tutto illesi, nessuno ebbe dubbi: era stato il Santo di Assisi a compiere il prodigio. La nuova chiesa in costruzione sarebbe, quindi, stata eretta in suo onore. E così fu.
Oggi, questo edificio è una delle migliori testimonianze di architettura tardogotica di ascendenza catalana in città e mostra una rara rappresentazione bizantina della Madonna del Terremoto, risalente alla fine del duecento di ascendenza pugliese. È uno dei luoghi francescani più amati dai fedeli potentini insieme alla Chiesa di Santa Maria del Sepolcro, a Santa Maria, in cui si trova la sacra reliquia del sangue di Cristo.