Eccellenza del territorio prodotta in tutta la regione, il miele lucano si presenta in tante varietà diverse, tutte accomunate da due caratteristiche: la bontà e la purezza.
La produzione del miele in Basilicata è una tradizione molto antica, tanto che questo prodotto – naturale e biologico al 100% – si trova spesso all’interno della cucina locale, come nella preparazione di dolci o come accompagnamento ai salati, in particolare ai formaggi. Oggi il miele lucano è un prodotto che ha acquistato una certa fama anche al di fuori del territorio regionale, merito della purezza dei metodi di produzione e dell’incredibile varietà di prodotto ricavato.
Il Consorzio Regionale di Tutela e Valorizzazione del Miele Lucano è nato nel 2003 proprio con lo scopo di proteggere questa ricchezza, di mantenere naturali i processi produttivi e di pubblicizzare in Italia e nel mondo l’eccellenza del miele lucano. Oggi il Consorzio conta una serie di produzioni che raccolgono ben 15 tipologie di miele diverse, distribuite su un’area che va dai monti del Pollino fino alla costa Ionica, passando per la zona vulcanica del Vulture. Cuore nevralgico della produzione di miele – e anche sede del Consorzio – è il borgo di Ripacandida, divenuta “città del miele” grazie al suo Millefiori, prodotto che esprime la ricchezza e tipicità del terreno vulcanico e della vegetazione spontanea della zona.
Tra le varietà di miele lucano più pregiate troviamo anche il miele di fiori d’arancio, prodotto soprattutto a ridosso della piana di Metaponto e verso la costa, tra Nova Siri e Policoro: è chiarissimo e il suo gusto dolce si abbina perfettamente con ricotta fresca di capra e pecora, oppure con il Caciocavallo Podolico. Ottimo anche il miele di Sulla, tipico della collina materana e famoso per il suo colore bianco, e molto pregati anche il miele scuro di castagno delle zone montuose e quello di trifoglio.
Qualunque sia la varietà prodotta, gli oltre 600 apicoltori lucani hanno votato e sottoscritto un Disciplinare che regola la metodologia di produzione del miele lucano biologico. Per prima cosa l’alveare deve essere verticale, a favo mobile con fondo arnia del tipo anti-varroa, sia a conduzione stanziale sia nomade. Sono ammessi, sugli alveari, solo trattamenti autorizzati preventivi che siano ritenuti indispensabili per la salvaguardia della colonia apiaria. Non sono ammesse né la nutrizione proteica né l’uso di pollini che non siano di origine locale, mentre per quanto riguarda la raccolta, questa si effettua solo da favi di melario senza colata o polline, che al momento della relativa posa devono risultare vuoti e puliti. Durante il prelievo del miele è vietato usare repellenti o fumo per allontanare le api, che vanno spostate solo con metodologia “apiscampo” o “soffiatore”.
Inoltre, il miele deve essere estratto attraverso il metodo della centrifugazione e deve avere un giusto grado di umidità. Grazie a queste regole, il miele lucano biologico si conserva a lungo e mantiene al massimo le specificità organolettiche che lo rendono un prodotto così apprezzato.