Balvano è un comune della provincia di Potenza popolato da milleottocento anime, posto quasi al confine con la Campania.
Qui, situata in piazza Cavour, sorgeva la Chiesa Madre dedicata a Santa Maria Assunta, un luogo di culto che, come per tanti paesini lucani, costituiva un centro di aggregazione e un perno della vita di paese. Costruita in epoca medievale, nel 1236, era l’edificio religioso più antico di Balvano.
La Chiesa Madre ospitava una scultura lignea della Madonna del Carmine e oggetti liturgici frutto del sapiente lavoro degli artigiani lucani e delle maestranze napoletane. Presentava un portale d’ingresso in pietra con riccioli, volute, motivi settecenteschi e una cura armoniosa dei dettagli che lasciava intravedere un tentativo di reinterpretazione dello stile barocco. Ma la storia della Chiesa di S. Maria Assunta era destinata ad essere legata inesorabilmente a quella di una “terra mossa” (per riprendere un’espressione del paesologo Franco Arminio) dagli eventi sismici che avrebbero interessato la zona di Balvano. Già nel 1694, infatti, un terremoto ne aveva causato la distruzione, a seguito della quale fu poi ricostruita.
L’ultimo in ordine di tempo fu quello dell’Irpinia. Era il 23 novembre 1980, una domenica che molti in Basilicata ricordano come una giornata calda in modo anomalo, che scorreva apparentemente come tante altre e in cui nulla lasciava presagire il dramma che l’avrebbe sconvolta.
Molti ragazzi di Balvano si recarono, come da rito, nella Chiesa Madre per assistere alla messa serale e si trovavano lì, quando la terra iniziò a tremare e l’orologio segnava le 19.35. Novanta lunghi secondi che scandirono uno dei sismi più violenti che l’Italia abbia conosciuto nell’ultimo secolo.
Nella sola Chiesa Madre persero la vita 66 persone, per lo più giovani, e del portale in pietra, degli altari e dei piccoli capolavori di cui quell’edificio sacro era custode, restarono le macerie.
Il tributo pagato da Balvano fu pesantissimo, quello di una generazione spezzata, di un paese distrutto, e di una comunità profondamente colpita dal dolore.
Dell’antica costruzione non sarebbe rimasto nulla, se non la memoria di quello che quel luogo aveva rappresentato in passato per la cittadina e per le vittime, oggi ricordate nella chiesa con una lapide commemorativa.
Dopo il terremoto del 1980 la Chiesa di S. Maria Assunta, ormai pericolante, sarebbe stata abbattuta per essere successivamente ricostruita come una struttura dalle fattezze moderne, ancora oggi oggetto di interventi.