Barile, in provincia di Potenza, è un suggestivo borgo arbereshe (albanese). È circondato da uliveti e, soprattutto, dai lussureggianti vigneti da cui si produce il celebre Aglianico del Vulture, decantato già da Orazio e da Tito Livio. Appena fuori dall’abitato, procedendo verso nord, addossato a una parete rocciosa, si trova il Santuario della Madonna di Costantinopoli. Il suo interno è piuttosto spoglio, salvo che per uno splendido affresco in stile bizantino. Ritrae una Madonna con il Bambino del 1300.
La storia del santuario, invece, è vecchia di quasi 500 anni.
La sua fondazione risale, infatti, alla metà del XVII secolo. E sarebbe stata ispirata direttamente dalla Vergine Maria.
Racconta una leggenda che nel corso del 1600 la Madonna sia apparsa in sogno a un umile contadino.
Bellissima e vestita di luce, avrebbe indicato all’uomo il luogo in cui avrebbe dovuto scavare per trovare una sua effige.
Al risveglio, ancora frastornato, il contadino fece quanto richiesto dalla Vergine. Si recò nel posto suggerito. Lì, su una parete tufacea, riemerse l’affresco in tutta la sua suggestiva eloquenza.
Forse il dipinto è ciò che rimane di un luogo di culto eretto intorno all’anno 1000.
La commozione dell’uomo fu grande così come quella dei suoi compaesani. Di lì a poco, nel punto del ritrovamento fu fatta erigere una chiesa che è parte fondamentale della devozione e della religiosità degli abitanti di Barile.
Ancora oggi questo luogo è meta di pellegrinaggio, soprattutto in occasione della festa dedicata alla Madonna il martedì della Pentecoste, una delle più antiche feste della cittadina arbereshe.
Parteciparvi è un modo straordinario di conoscere le tradizioni e la cultura di Barile.