In provincia di Potenza, su un alto pianoro a 960 metri sul livello del mare, a dieci chilometri da a San Fele e a poca distanza dalle note cascate, si trova una badia benedettina. È un luogo di culto mariano e un importante meta di pellegrinaggio della zona.
È antichissima. I primi dati storici documentati confermano la sua presenza già nel XII secolo. Ma questo sito potrebbe essere stato frequentato già da prima.
Secondo la tradizione, questa chiesa è stata fondata da San Guglielmo da Vercelli nel 1139. All’epoca il Santo aveva già dato vita al monastero di Montevergine, in provincia di Avellino, e trascorreva molto tempo in eremitaggio nelle zone più impervie di Campania e Basilicata. Un giorno, in un anfratto del monte Pierno, San Guglielmo ritrovò una bellissima statua della Madonna. Era stata nascosta da alcuni eremiti basiliani per difenderla dalle incursioni dei pirati saraceni. Poi, erano stati costretti alla fuga. Non vi avevano fatto più ritorno.
Questa leggenda si basa su un dato storico: la presenza nel 900 d.C. di monaci di culto italo greco in fuga dalla Sicilia e dalla Calabria per la ripresa dell’espansionismo arabo. Inoltre, la badia ha fatto realmente parte della congregazione monastica di San Guglielmo. Nel 1141, infatti, Ruggero, vescovo di Rapolla, ha concesso la chiesa all’abbazia di San Salvatore al Goleto, un monastero femminile fondato dal santo a Sant’Angelo dei Lombardi (AV).
La chiesa è stata elevata al grado di badia nel 1514 da Papa Leone X e conferita in patronato alla famiglia Caracciolo.
Oggi questo luogo di culto è frequentato da moltissimi fedeli che vi accorrono soprattutto in occasione delle celebrazioni della Madonna di Pierno. In queste occasioni, che ricorrono la prima domenica di maggio, il 15 agosto e l’8 settembre, sono benedetti i ramoscelli di castagno.
Photo Credit: Alberto Nigro