È carnoso e dal sapore delicato, addirittura ad alcuni palati pare dolce.
Il fungo Cardoncello è semplice e, allo stesso tempo, squisito.
Viene chiamato anche cardarello, fungo di ferula, ferlengo, fungo di spina, fungo di panicaudu, in base ai luoghi in cui si trova, ma è sull’altopiano appulo-lucano della Murgia che il cardoncello trova il suo habitat naturale, tanto da crescere in maniera sia spontanea che coltivata. È proprio qui che si concentra la maggiore produzione, grazie alla tipologia di terreno povero e misto prato. Di particolare pregio sono i suoi valori nutrizionali: 85-90 % di acqua, il 4-5 % di zuccheri, il 3,8-4 % di proteine, lo 0,4-0,7 % di grassi, presenti tutti gli amminoacidi principali e le vitamine. Un ridotto valore energetico (28 calorie per 100g di prodotto) fa sì che i funghi Cardoncelli vengano inseriti anche in molte diete ipocaloriche.
L’origine di questo alimento si perde diverse leggende: si racconta che questi funghi siano nati tra la nebbia che cala, durante i periodi più freddi, sulle Murge della Basilicata e Puglia; c’è chi racconta anche che siano i “figli dei tuoni”. Invece nel Medioevo, quando i Cardoncelli iniziarono a diffondersi, in Lazio era proibito mangiarli perché venivano considerati un potente afrodisiaco tanto da distogliere i fedeli dall’idea di penitenza.
Inoltre, questa particolare tipologia di fungo si è guadagnata, nel tempo, degli aggettivi che lo descrivono al meglio: “onesto” perché è l’unico a non confondere mai chi lo raccoglie con aspetti velenosi; “democratico” perché il suo aroma e sapore non copre il gusto degli altri ingredienti, anzi si adatta ad ogni pietanza; “elegante” perché anche il suo profumo non è invadente e penetrante, bensì sottile e piacevole.
I Cardoncelli possono essere usati come antipasto, contorno, condimento nei risotti e anche essere essiccati. Non resta che assaggiare questa eccellenza made in Murgia!