Ad Atella, in provincia di Potenza, a destra di Porta Melfi, in cima a una salita detta “Salita Castello”, svetta una torre Angioina.
Oltre ad alcune parti di un torrione più piccolo e alle fondazioni di un terzo mastio, è tutto ciò che resta dell’imponente castello di Atella. Il maniero fu eretto tra il 1320 e il 1330. Lo scopo era costituire una cittadella fortificata a protezione del paese che si stava costruendo proprio in quegli anni, per volere di Giovanni d’Angiò.
La fortezza aveva quattro torri laterali di guardia. Un profondo fossato la circondava rendendola quasi inespugnabile. Così fortificata, sembrava infatti destinata a non soccombere mai come nel 1496 dovettero pensare gli aragonesi, che assediarono il castello dall’inizio di giugno alla fine di agosto.
All’epoca, infatti, tra il 1300 e il 1400, il circondario di Atella, fiorente anche per la produzione di vini, formaggi e salumi del Vulture, era al centro delle tensioni tra i francesi di Carlo VIII e gli aragonesi di Ferdinando II, per la conquista del territorio. Il 18 giugno 1496, il paese fu saccheggiato e preso dagli uomini del viceré francese Gilberto Borbone, Conte di Montpensier . Ma le truppe della lega in funzione antifrancese tra gli stati italiani e il re di Aragona già il 23 giugno bruciarono i mulini, asserragliarono il borgo e occuparono la strada per Venosa, tagliando tutte le vie di fuga. L’assedio alla cittadella proseguì tra cannoneggiamenti continui, che non smossero neppure le potenti mura, fino al 2 agosto quando i francesi si arresero per fame. Gli assediati, allora, abbandonarono nel castello armi e munizioni. È, questo, uno degli ultimi atti di guerra che portò alla fine della sovranità aragonese nell’Italia meridionale.
La poderosa e pervicace fortezza che sembrava così invincibile è stata abbattuta completamente da un catastrofico terremoto nel 1694. Solo il mastio che svetta oggi, così seducente contro il cielo, è rimasto caparbiamente immobile. A osservare il circondario.
Oggi, lo si può ammirare ad Atella in un percorso culturale e storico che può condurre fino alla preistoria, con il vicino Parco Paleolitico in cui sono conservati reperti preistorici estremamente importanti, tra cui il fossile di un elefante antico vissuto 650mila anni fa.
Un sito archeologico e storico che continua a stupire ancora oggi.