Nel centro storico di Potenza, a largo Duomo, in uno dei punti più alti della città, svetta il campanile della cattedrale dedicata al patrono San Gerardo. La parte dell’abitato che si allunga ai lati di questo edificio di culto è stata per secoli considerata la più prestigiosa, dove i nobili facevano a gara per risiedere. Appena a ridosso, c’è l’imponente palazzo vescovile mentre da una fontana di fattura moderna zampilla acqua fresca. Da qui, è bello guardare la facciata della chiesa che ha uno stile neoclassico. Lo ha acquisito alla fine del 1700 per volere di Andrea Serrao, il vescovo “rivoluzionario” massacrato dalle truppe filo borboniche nel 1799 dopo la breve parentesi della repubblica potentina.
È il destino della cattedrale, quindi, quello essere legata a doppio filo alla politica.
Il 25 giugno 1946, infatti, ebbe luogo tra le sue mura una solenne celebrazione. La chiesa era gremita. Alcuni si allungavano ad ascoltare anche dal sagrato. A recitare l’omelia, quel giorno, c’era il vescovo Augusto Bertazzoni. L’obiettivo era invocare l’aiuto di Dio al Paese e ai lavori dell’Assemblea nazionale costituente.
Pochi giorni prima infatti, lo storico quesito referendario del 2 giugno aveva stabilito l’avvento della Repubblica. Le autorità religiose avevano partecipato attivamente alla campagna elettorale schierandosi nettamente a favore della Democrazia cristiana. Nei giorni precedenti il voto, i sacerdoti, durante la messa, chiedevano ai fedeli di “votare secondo coscienza”. Più debole, invece, era stato l’appoggio alla Repubblica o alla Monarchia. Ma ora che un vento nuovo spirava in città, il desiderio di appellarsi anche a Dio per questo cambiamento epocale era condiviso. E la cattedrale ascoltava, muta, le ansie, l’allegria e la paura degli astanti.
Il duomo è uno scrigno straordinario di storia. Prima di assumere l’aspetto attuale, è stata prima una chiesa paleocristiana, tra il III e il VI sec. d.C., poi romanica. Alcuni iscrizioni presenti all’interno della chiesa rivelano la presenza di costruzioni risalenti al I sec. d.C.
Da qui, lo sguardo su Potenza può allungarsi nel tempo e nello spazio con estrema facilità.