È la notte del 15 aprile del 1912, fa molto freddo soprattutto se, ci si immagina immersi nelle gelide acque dell’Oceano Atlantico.
È proprio qui, infatti, che muore annegando nella sua cabina di terza classe, Alfonso Meo Martino.
Nato a Potenza il 25 gennaio 1864, da Rocco e Francesca Meo, Alfonso ha un fratello gemello, Antonio, con il quale era partito, nel 1880, verso l’Inghilterra.
Alfonso è un violinista e liutaio molto bravo, così come suo fratello che, invece suona l’arpa. Il suo talento è talmente spiccato che, in terra britannica, riesce a conquistare la benevolenza di molti, al punto di aprirsi una piccola bottega all’interno della quale restaura strumenti musicali e ne costruisce di nuovi.
Ed è proprio un violino creato con le sue mani, il motivo che lo spingerà a imbarcarsi sul Titanic il 10 aprile 1912. Uno strumento pregiatissimo, di ottima fattura e di notevole valore, che avrebbe dovuto consegnare a un acquirente in America, dove il transatlantico è diretto.
Purtroppo quel violino non arriverà mai a destinazione perché affonderà, nella notte tra il 14 e il 15 aprile, insieme con chi lo aveva costruito con tanto amore.
Ma, al lucano Alfonso e alla sua morte, è legato un mistero: pare che con lui viaggiasse anche un neonato. Lo si intuisce dalla carta d’imbarco sulla quale, accanto al suo nome, compare scritto “un adulto e un minore” contrassegnato dalla lettera “X”. Questo bimbo, mai realmente registrato e che dovrebbe essersi miracolosamente salvato, nel 2009 è stato cercato da un ragazzo inglese, Nicole B., che ritiene di essere suo nipote. Se così fosse la storia ultra centenaria di Alfonso, tornerebbe incredibilmente a vivere.