Il 1° settembre 1231, a Melfi, alla presenza di tutti i grandi del Regno, vengono promulgate le Costituzioni melfitane.
Nel Medioevo, Melfi è il centro da cui si irradiano incredibili innovazioni in ambito religioso, politica e di diritto. Capitale del Ducato di Puglia, con i Normanni, è stata anche una delle residenze preferite di Federico II.
Quando nel 1231 l’Imperatore giunge nella città lucana, è accolto dalla gente del posto con estremo calore. Un fervore che aumenta nelle settimane seguenti, con l’arrivo di alcune tra le menti più brillanti dell’epoca come Pier delle Vigne e Giacomo, vescovo di Capua.
L’idea è quella di lavorare a un quadro giuridico unico che garantisca la pace nel Regno dando slancio all’economia ristabilendo l’autorità imperiale, limitando i poteri e i privilegi dei prelati e soprattutto quelli delle grandi famiglie nobiliari.
Alla fine del mese di agosto le Costituzioni melfitane (Liber Augustali), sono redatte: 204 constitutiones in cui si tiene conto del diritto romano (il Corpus iuris civilis di Giustiniano) del diritto canonico e di alcune consuetudini feudali, ponendo fine al marasma giuridico dei secoli precedenti. La volontà sovrana diventa l’unica fonte del diritto; si regolamentano le attività di pulizia delle città (butti) e delle botteghe artigiane conciarie e si sancisce l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge.