Calvello 1822, moti carbonari. Carlo Mazziotta è un medico e convinto cospiratore antiborbonico e Calvello è uno dei centri nevralgici della Carboneria. Un movimento che proprio nel borgo lucano aveva messo radici e che vede fiorire l’attività di vendita carbonara dei Patrioti europei, nata sull’impulso di personaggi ispirati dagli stessi ideali utopistici della Rivoluzione Napoletana di fine Settecento.
Si trattava di una società segreta che, sotto la direzione di Mazziotta, portava avanti un’attività politica clandestina mossa dal desiderio di riscatto. Una sorta di compagine carbonara calvellese che operava in clandestinità per l’ottenimento di una costituzione e si preparava a innalzare l’Albero delle libertà, qualora non fosse riuscita nell’intento, fino all’insurrezione. Era il 10 febbraio 1822 quando sessanta uomini, i patrioti europei guidati proprio da Mazziotta e dai fratelli Venita, assalivano il carcere di Calvello per liberare un loro compagno, il frate Luigi Rosella, in precedenza arrestato.
Sugli eventi di quel periodo non tutte le fonti concordano, ma quello che è certo è che Calvello fu sottoposta a un governo militare, si insediò la corte marziale e ci furono arresti e delazioni in un intricato quadro di concitate vicende.