L’8 marzo 1566 nasce a Venosa, da Fabrizio II, mecenate legato al mondo dei Gesuiti, e Geronima Borromeo, Carlo Gesualdo: uno dei più grandi madrigalisti e compositori di musica sacra del tardo rinascimento. Noto come il “il principe dei musici” offre ispirazione a musicisti di ogni epoca, ma su di lui gravano anche le ombre di terribili misfatti.
Vive la sua infanzia sotto i rigori fermi imposti dal suo ambiente di nascita da cui riesce a riscattarsi leggermente trasferendosi a Napoli. Il 28 maggio del 1586, Gesualdo sposa Maria d’Avalos da cui ha un figlio, Emanuele. Poco prima, ha pubblicato il suo primo mottetto “Ne reminiscaris, Domine, delicta nostra” giudicato del tutto originale. Eppure, nonostante questo successo, la sua attività di compositore non può avvenire che nell’ombra, a causa delle imposizioni familiari. La sua amicizia con Torquato Tasso e la nascita del bambino gli regalano, comunque, momenti di gioia. Fino a quando sua moglie conosce Fabrizio Carafa, duca d’Andria e conte di Ruvo. La loro relazione è in breve sulla bocca di tutti. I due amanti non temono di mostrarsi insieme, neppure a casa dello stesso Gesualdo.
Il 16 ottobre 1560, Gesualdo parte per una battuta di caccia, portando con sé i domestici, e lascia Maria da sola. Era una trappola. Nella notte tra il 16 e il 17 ottobre i due amanti sono orribilmente trucidati. Gesualdo da Venosa abbandona Napoli a causa delle ritorsioni da parte delle famiglie degli uccisi.
Nel 1594 sposa Eleonora d’Este, cugina del duca di Ferrara Alfonso II. Da questo momento, in poi, la sua carriera di compositorediventa finalmente intensa. Tra il 1594 e il 1611, infatti, scrive 6 libri di madrigali a 5 voci. Morirà nel 1614 poco dopo aver appreso della morte del figlio Emanuele.
Oggi, la sua musica è immortale: Igor Stravinskij comporrà il “Monumentum pro Gesualdo da Venosa” e anche Franco Battiato gli dedicherà un pezzo molto intenso, mentre il conservatorio di Potenza porterà il suo nome.