Belvedere intitolato a Luigi Guerricchio By Anna Di Giuseppe – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=90736385
25 giugno 1996, a Matera è una giornata come tante altre e Luigi Guerricchio, pittore stimato e apprezzato in tutta Italia, è seduto ai tavolini del bar Hemingway, uno dei luoghi della città a cui è affezionato. Quel giorno, però, qualcosa non va come dovrebbe: c’è l’inaugurazione de Il Mercante della Murgia, ma “Ginetto” non sa che quello sarà il suo ultimo lavoro, il suo lascito alla città dei Sassi.
Il grande pittore, colpito da arresto cardiaco, se ne va a 64 anni. La sua ultima fatica assume, così, un valore intrinseco e ancora più profondo, soprattutto se la si guarda in ottica postuma.
Ma no, Luigi Guerricchio non è tra quegli artisti celebrati e osannati solo dopo la loro scomparsa, è sempre stato amato per l’intenso realismo figurativo che permeava le sue creazioni, come un “marchio di fabbrica”. La Murgia, i mestieri di una volta, le campagne e i volti familiari nei suoi quadri diventano l’espressione più autentica e testamentaria dell’arte del maestro. Matera, i Sassi, il Mezzogiorno non sono solo uno sfondo scenografico, spesso sono i veri e propri protagonisti nei dipinti del Guerricchio, in cui il soggetto enfatizza un altro elemento identitario dell’autore, ovvero la varietà di tecniche utilizzate: dalla cartapesta, al mosaico, alla xilografia in cui dà prova di una grande poliedricità.
La città gli dedicherà, più tardi, uno dei belvedere più caratteristici e amati da turisti e non solo.