Di Domenico Notarangelo – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=52221008
Barcellona, 16 settembre 2020. Muore a settantasei anni Enrique Irazoqui, colui che sarà ricordato da tutti come “Gesù, nel film di Pier Paolo Pasolini”. Indimenticabili le immagini che lo ritraggono nei Sassi di Matera, in compagnia del compianto regista visionario durante le riprese del film “Il Vangelo secondo Matteo”.
Quegli scatti, impressi nella memoria collettiva, recavano la firma di Mimì Notarangelo, un “ladro di anime”, un fotografo che Matera aveva adottato molto tempo prima. Pur essendo spagnolo, Enrique Irazoqui è entrato di diritto nel cuore del pubblico Italiano e dei Lucani grazie al suo sguardo sincero e alla sua espressione tormentata. La sua indole di “non attore” e la sua naturalezza gli sono valsi, col tempo, un posto nel cuore della Basilicata cinematografica. Nel 2011, non a caso, Enrique Irazoqui è diventato anche cittadino onorario di Matera, da lui definita come “casa”. In quell’occasione dirà: “Sono stato qui solamente un paio di mesi ma questa città mi ha permesso di scoprire la luce della vita”.
Quello di Irazoqui in Basilicata è un Cristo agnostico, antifascista, antifranchista, marxista e rivoluzionario, completamente fuori dai dettami scenografici sino a quel tempo dominanti.
Quando fu scritturato da Pasolini, nel 1964, Enrique Irazoqui aveva solo 19 anni e nessuna esperienza davanti alla macchina da presa, eppure la sua interpretazione nel “Vangelo secondo Matteo” sarebbe stata destinata a diventare un capolavoro e il suo Gesù uno dei più amati e veritieri, lontani dalla finzione hollywoodiana.